La ricerca di profondità pretende una costante modifica del
proprio punto di vista, che lentamente si amplia mano a mano che si scandaglia
la propria interiorità.
Ad un certo punto bisogna capire dove si sta andando.
Durante la presentazione del disco Live 2012, una raccolta di
esibizioni dal vivo, mi è venuto istintivo chiedere a Paolo Tofani se avesse
trovato il tanto ricercato equilibrio interiore.
Il contesto mi sembrava indicato, poche persone,
presentazione conclusa, autografi già fatti.
Con una calma inaspettata mi ha risposto, sorridendo:
<<E’ una ricerca continua. Frequento questa dimensione da trent’anni e
proseguo nella ricerca giorno per giorno>>.
Paolo Tofani trenta anni fa ha deciso di interrogarsi. È già
un chitarrista rock con una modesta fama, proveniente da un periodo di
formazione in Inghilterra. Esordisce poco più che adolescente nei Califfi, dopo
aver imparato a suonare da autodidatta. La chitarra, del resto, è il suo primo amore.
Quando sembra che il successo stia arrivando lui svolta
immediatamente e parte con la moglie.
In Inghilterra si esibisce in diversi locali, completamente
da solo, insieme alla chitarra, oggetto/soggetto a cui è simbioticamente legato
che lo accompagna costeggiando ogni sua fase di ricerca interiore.
È un periodo in cui sperimenta sonorità di vario genere e
livello e trascorre parte del suo tempo libero a incidere provini nel salotto
di casa del suocero su un registratore stereo Revox. La sua seconda
folgorazione, la prima dopo la chitarra, ha il nome di Sintetizzatore.
Nel 1973 in Italia si sta formando un gruppo sperimentale
(d’avanguardia si diceva un tempo) che vuole incidere nell’atmosfera musicale
con un suono che sintetizzi i migliori motivi del folklore tradizionale con
l’avanguardia ricercata, ambita, desiderata.
Il gruppo si chiama Area, un complesso destinato a solcare i
palchi del panorama rock italiano ed europeo dando vita a gioielli musicali che
diventeranno presto di culto.
Sono un gruppo rock con un colore differente, autonomo, formato
da musicisti con l’indole dei ricercatori del suono, un suono nuovo, energetico,
vitale e incisivo.
Il cantante, Demetrio Stratos, farà della voce un perno su
cui strutturerà tutta la sua caratura artistica, trasformandola in un vero e
proprio strumento musicale polifonico e in un corposo tema di approfondimento
accademico.
Calca diversi palchi, trasformando i concerti in
dimostrazioni d’avanguardia.
Un virtuoso della chitarra, in grado di mescolare
diverse influenze.
Tofani modifica e assembla suoni da varie distanze. Un
campionatore umano di creatività la cui cifra stilistica si esemplifica nella
precisione tecnica che lo porta a progettare, al pari di un artigiano, la
Trikanta Veena nuovo strumento a corda a metà tra un sitar e una chitarra che
forma melodie degne della migliore tradizione del raga rock, il rock indiano,
coincidente con il cambio di equilibrio interiore che avviene dentro l’artista
che da diversi anni ha abbracciato la religione Hare Krishna.
Vuole trovare se
stesso e decide di approfondirsi seguendo la strada orientale, condividendo,
per altro, la cella dell’ashram con Krishna Caitanya Dasa ovvero Claudio
Rocchi, compianto cantautore, poeta dell’anima, ricercatore spirituale e monaco
induista per 15 anni.
Tofani prosegue la sua ricerca segnando i passi con i suoni
della sua interiorità.
La ricerca è fatta di svolte, di qualche passo avanti e
qualcun altro indietro, ma la strada è sempre quella, inevitabile quando si
inizia, della consapevolezza.
Occidente
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