giovedì 27 marzo 2014

CHAPTER V - LE VARIE CRISI


Nel corso della storia dell'umanità si sono susseguite diverse civiltà, la quali hanno tutte percorso il seguente sentiero: nascita, ascesa, apogeo, declino, caduta. Uno dei massimi esempi che viene spesso tirato in ballo è quello dell'Impero Romano, il cui declino e caduta sono sempre stati portati come esempi universali della fine di una civiltà.
Data l'imperfezione della natura umana, questo continuo ciclo può essere considerato un fattore naturale, dove i vecchi ordini vengono inevitabilmente sostituiti da quelli nuovi. Così come è naturale l'eterna illusione di appartenere alla società universale che durerà in eterno (salvo poi essere smentiti brutalmente dai fatti...).
Eppure rispetto al passato e ai precedenti millenni, abbiamo a che fare con una questione diversa. Un fattore cruciale che ha cambiato definitivamente le carte in tavola...



Crisi

Fin dalla nascita dell modernità, numerosi profeti, intellettuali e studiosi hanno predetto innumerevoli crisi finali. Basti solo pensare ai luddisti, alle tesi di Marx sul Capitalismo, alla famosa opera di Oswald Spengler (Il tramonto dell'Occidente) fino alle teorie del Club di Roma (http://it.wikipedia.org/wiki/Rapporto_sui_limiti_dello_sviluppo). Fino ad oggi, sono stati tutti più o meno smentiti: non abbiamo avuto tracolli finali, nè guerre nucleari, nè tantomeno un'ecatombe ambientale. Fino ad oggi.
In verità molte delle critiche fatte nei confronti del Sistema non sono completamente campate in aria. Anzi, molto probabilmente hanno un terribile fondo di verità. Semplicemente sono state sbagliate le previsioni temporali a causa dell'impossibilità di prevedere il futuro del progresso tecnologico e l'alto dinamismo/adattamento del modello tecnologico attuale.
Pochi giorni fa è uscito un nuovo rapporto* della Nasa, che annuncia grossi guai all'orizzonte. Molti potrebbero derubricarlo all'ennesimo allarme... Peccato che ultimamente questi moniti si stiano moltiplicando e non provengono solo da intellettuali, ma da enti scientifici e militari. 
Per ora sono state individuate le seguenti crisi:

- Crisi Economica (bolle finanziarie, distorsioni nelle varie economie)
- Crisi Politica (indebolimento delle democrazie, ritorno delle plutocrazie, parassitismi)
- Crisi Sociale (caduta dei vecchi valori, sostituiti da valori disfunzionali a lungo termine)
- Crisi Ambientale (impatto dell'inquinamento industriale, moria animale e vegetale)
- Crisi Geopolitica (mondo multipolare, aumento delle tensioni fra potenze)
- Crisi Energetica (sconquassi con l'avvento dello shale oil/shale gas, possibile carenza in futuro di altri materiali)

Le quali non presentano confini netti, ma si intersecano a vicenda. Queste tipologie di crisi, tranne quella ambientale e quella energetica, sono sempre apparse in passato. Ma come abbiamo annunciato sopra, una variabile ha complicato nettamente tutto il quadro: la Tecnologia di massa.



Il Sistema non può cadere

L'applicazione della conoscenze tecnologiche a livello di massa ha prodotto cambiamenti epocali, come abbiamo visto nei precedenti capitoli. Ma allo stesso tempo ha creato delle problematiche globali che coinvolgono ipoteticamente tutta la razza umana. 
Le precedenti civiltà avevano un range limitato e la loro caduta ha riguardato solo una piccola parte dell'umanità, mentre il resto del mondo è andato avanti. Questa volta invece il Sistema è esteso su scala globale (escludendo solo le poche tribù isolate nelle foreste tropicali), rendendo le varie società strettamente interconnesse fra di loro e quindi allo stesso tempo estremamente fragili e dipendenti le une dalle altre. Il tracollo di una società finisce inevitabilmente per avere ripercussioni sul resto del mondo moderno (crisi economiche, immigrazioni di massa, terrorismo). 
Il Sistema, nel suo sviluppo esponenziale, ha mutato diversi equilibri naturali, impattando sull'ecosistema e la catena alimentare, le cui conseguenze sono ancora difficilmente calcolabili. Ma soprattutto ha creato armi di distruzione di massa  (nucleari, chimiche, batteriologiche) in grado di azzerare il progresso umano.
L'elemento più insidioso, nelle ultime analisi, è però rappresentato dalla nostra elevata dipendenza tecnologica. Anche se non venissero scatenate guerre globali, un tracollo del nostro Modello porrebbe seri problemi di sopravvivenza ad una umanità abituata alla comodità tecnologica. Giusto per fare un esempio:

- I grossi centri urbani, senza i continui rifornimenti alimentari, sarebbero alla fame nel giro di pochi giorni e molti hanno dimenticato come si coltiva un orto (e la stessa superficie coltivabile, a causa delle cementificazione, non basta senza l'ausilio di apparati tecnologici)

- La maggior parte di noi non sa riparare un motore, una radio o i componenti di un cellulare. Senza i rifornimenti alla lunga diverrebbero inutilizzabili.

- Dipendiamo quasi per tutto dall'elettricità e quindi dall'energia che ci viene garantita attraverso i trasporti e il commercio.

- Medicinali, benzina e altri beni di prima necessità, senza una società industriale, sparirebbero.


Tutto ciò ha portato alla formulazione della legge: "Il Sistema industriale-tecnologico non può cadere". La sua caduta infatti comporterebbe un salto nel buio di secoli, oltre che un serio rischio di annientamento per la specie.Ma tutto questo si scontra con l'altra legge: "Tutte le civiltà prima o poi cadono".
Consci di questo problema, molti luminari hanno suggerito tre tesi:

1) Una forte politica globale che limiti la crescita del Sistema e riequilibri il tutto: è considerata la soluzione più irrealistica (il famoso sviluppo sostenibile...), data la complessità degli ordini politici umani e le innumerevoli difficoltà a comandare oltre 7 miliardi di persone.

2) La scoperta di tecnologie in grado di rivoluzionare il Sistema e la fuga nello spazio: questa soluzione è stata proposta da Stephen Hawking** e viene considerata plausibile sul lungo termine. Ma la domanda è: quanto tempo ci è rimasto?

3) Resistere alla caduta, sperando di contenere le forze centrifughe: alcune piccole comunità, data la collocazione geografica e le risorse naturali presenti, potrebbero resistere al tracollo. E' una tesi adottata non solo dai fanatici apocalittici, ma anche di diversi ambienti militari.

In un modo o nell'altro, questa è la sfida del XXI sec,

Edward Green




Precedenti capitoli:

giovedì 20 marzo 2014

DETTAGLI


I dettagli sono fondamentali in un'epoca come questa. Perchè in essi si nascondono le peggiori fregature o elementi talmente rilevanti da cambiare tutto il quadro. Sappiamo benissimo che in un Sistema come il nostro la gente è sempre più distratta, stanca e bombardata da notizie inutili. Ma non si può abbandonare l'attenzione, specialmente in questi anni in cui si stanno prendendo decisioni fondamentali per il nostro futuro.
Una di queste decisioni è stato il famigerato Fiscal Compact. Sulla rete e su i giornali sono girate tante versioni, molto semplificate e spesso tendenti alla disinformazione. Comprensibile, dato che l'argomento è spinoso e alquanto complesso. Una delle ultime buffonate che tutti i giornali decantano, è il famoso limite del 3 % con annesse dichiarazioni di Renzi & company. Ma scendendo nei "dettagli", abbiamo trovato questo interessante articolo: 
Lo sappiamo che è un argomento pesante e per "addetti ai lavori", ma è assolutamente consigliabile fare uno sforzo per non affondare in mezzo alla tempesta. Anche perchè mentre la gente riceve in pasto roba simile: http://goo.gl/e0XvYV , dall'altra parte potentissimi e ignoti burocrati riscrivono la vostra esistenza, dato che il Fiscal Compact peserà sullo stato sociale italiano per i prossimi anni...



Oltre alla propaganda sul cambio di rotta europeo, bisogna sottolineare anche la novità sul taglio dei famosi F-35 (http://it.wikipedia.org/wiki/Lockheed_Martin_F-35_Lightning_II). Ma come al solito le parole vanno separate dalla realtà. Ed infatti, il nostro caro Presidente della Repubblica, Napolitano, ha già stoppato la mossa "tagliatrice" (http://goo.gl/9Oi5GO). Inevitabile, dato che è il garante dei patti fra noi (colonia) e gli Usa (impero). Inoltre bisogna sempre tenere conto dei "dettagli" presenti nei contratti siglati anni fa dai vari governi italiani per il suddetto progetto. Noi siamo un partner di livello 2 (insieme ai Paesi Bassi), mentre solo l'Inghilterra è di livello 1. Questo significa che rescindere il progetto sarà molto più problematico di quanto si possa pensare. Senza contare poi tutte le forche caudine fra le varie commissioni, lobby e pressioni dall'apparato militare-industriale, Finmeccanica in testa.



Fino ad ora possiamo notare solo una cosa: parole. Il governo Renzi parla tanto, annuncia tanto, promette tanto. Ma sono i fatti a contare, insieme ai maledetti dettagli. Quindi quando arriveranno i primi decreti del governo, spulciate ogni singolo comma. Anche perchè le fregature saranno tante, come le delusioni.

Edward Green

P.s A quanto pare continuiamo con la serie "rendiamoci ridicoli" di fronte ai nostri avversari (si, la Germania è nostra avversaria): http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/03/17/renzi-spiega-alla-merkel-skyline-di-berlino-esempio-di-architettura/270348/


mercoledì 19 marzo 2014

INTERCEPTOR: il commissario alla spending review


Rapida riflessione sul mistero finalmente svelato, l'opera del commissario (in foto) Cottarelli sulla mitica spending review.


Qualche dettaglio: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/18/spending-review-palazzo-chigi-e-ancora-una-bozza-ma-cottarelli-tira-dritto/917127 .

1. I soldi per gli 80 euro a maggio di Renzi non ci sono.
2. Si è fatto notare che i costi della politica verranno tagliati in percentuale più delle pensioni. Sento già il coro dei nostri lettori, che 
non sono scemi come la media italica, e lo riprendo: ESTIGRANCAZZI.
3. I tagli non sono sufficienti per adeguarsi al fiscal Compact, chi lo dice agli elettori delle primarie PD che lo hanno controfirmato? (en passant,
il Bomba Renzi, al momento premier, fino a che il nano evasore non gli toglie i viveri mediatici, è partito a spron battuto con la campagna elettorale,
chiedendo voti "per non far vincere M5S". L'anno scorso i voti al PD dovevano servire a "non far vincere il PDL", che sia un segnale di cambiamento 
al governo?).
4. Serve tagliare 85000 dipendenti pubblici. ESTIGRANCAZZI-2: ma qui ne abbiamo già parlato 
( http://eqpress21.blogspot.it/2014/02/bruciando-roma.html ) --> ma non sarebbe meglio prima suggerire CON CHIAREZZA metodi e idee per ridare efficienza
al settore pubblico, PER RISPARMIARE, non per fare un atto di bontà, anzichè svuotare i comuni fornendo un ottimo alibi per la burocrazia che
spadroneggia in questo povero paese?
5. Serve tagliare 85000 dipendenti pubblici, atto secondo: la giustificazione del Cotta è "ma è solo una stima". Nella scienza esiste il margine di
errore, ma bisogna dire quant'è, sennò non è una stima, è una burla. Ipotizziamo che siamo al 50% come margine di errore: ovvero, se va di culo, 
avremo 40000 dipendenti pubblici in meno a breve, e sono certo che anzichè prenderli dalle larghe e stranote fasce di inefficienza (vedi 4.) arriveranno
diretti dai comuni, proprio là dove qualcuno che lavora c'è. Scommettiamo?
6. Rullo di tamburi, e gran chicca finale: "Tagliamo i reparti antisommossa della guardia di finanza: a cosa servono?"

...
...

(faccio sommessamente notare che con questo ragionamento i Carabinieri dovrebbero essere immediatamente tutti congedati, poichè non siamo più in guerra
dal 1945)

...
...

Caro Cotta, i reparti antisommossa servono a evitare le sommosse. Ad esempio per proteggere la tua incolumità quando tornerai al tuo ufficio all'FMI, 
annoiato dopo aver sbrigato questa pratica, peraltro con ampio riciclaggio del lavoro del tuo socio Monti, e con suprema ipocrisia nel dire "le
decisioni politiche spettano al parlamento, io ho un ruolo tecnico" (detta a Otto e mezzo a ottobre, mi pare). 
Già, hai un ruolo tecnico: il Kapò.

buona vita sudditi

Toe Cutter

PS: Renzi e i tagli: piccola chicca: https://www.youtube.com/watch?v=xBLqDZy-AV4

domenica 16 marzo 2014

LA POLITICA "FAST AND SMART" E LA SUDDITANZA...


Negli ultimi giorni si è assistito su tutti i giornali al penoso dibattito sulle qualità "commerciali" del nostro premier Renzi. Si passa dagli esaltati fino ai detrattori più feroci. Ma quello che pochi han detto, anzi quasi nessuno, è semplicemente che dietro le belle slides, le frasi da simpaticone e tutto il resto, non c'è nulla. 
Per carità, non gliene faccio una colpa totale a Renzi; lui è cresciuto nella politica vuota degli anni 90 e 2000 e, dato il personaggio, non poteva fare altro che replicarla in forme sempre più pirotecniche. Considerato che la soglia di attenzione del pubblico sta scendendo sotto lo zero (a causa dell'eccesso di stimoli/stress provenienti da tutto l'ambaradan mediatico), è normale che il premier e soci annessi sparino stronzate a valanga ogni 3 secondi, attraverso qualsiasi mezzo. Siamo giunti al pieno compimento della politica "Fast and Smart". Una politica priva di ideali forti, fatta da tecnicismi che appassionano solo gli addetti al settore e assolutamente priva di una visione di lungo periodo. Sfido chiunque a dirmi qual'è la visione a lungo termine di un'Italia Renziana... Il processo è iniziato tanto tempo fa e sembra francamente inarrestabile dato che siamo nel pieno dell'Età della Demenza*, almeno fino a che non si passerà dalla farsa finale (mi attendo presto scene del genere: https://www.youtube.com/watch?v=DYpfHBicjQk) alla tragedia**.



E mentre il tempo corre, noto con amarezza l'inconsistenza delle nostre classi dirigenti. Mi è bastato vedere l'incontro fra Hollande e Renzi, per notare subito la mediocrità dei personaggi in ballo. In quell'incontro, in quelle pose, in quelle frasi e in quei gesti, non traspariva nessuna serietà di fondo, nessuna gravitas o quantomeno dignità. Sembrava di vedere due scarsi attori di fronte al solito stanco rituale di amicizia fra due paesi. Fra l'altro faccio i complimenti a Renzi per essersi scelto come alleato il peggiore e il più sfigato dei presidenti francesi.
Ovviamente la nostra politica "Fast and Smart" si va a coniugare con la nostra eterna sudditanza, ormai palese a tutti gli effetti. Basta aprire i maggiori giornali per notare che tutti accettano di buon grado la nostra sottomissione alla Merkel e alla Germania. Per trovare qualche opposizione bisogna andare su giornali minori o siti alternativi. I restanti, in preda alla Renzi mania, scodinzolano allegramente di fronte alla Grande Madre Europa. 
E quindi ci sorbiamo il penoso giro delle chiese europee di Renzi, dove con fare servile andiamo a fare esaminare le nostre riforme, giusto per vedere se siamo stati bravi o no. Ovviamente nessuno si domanda perchè mai la Germania dovrebbe fare i nostri interessi e perchè mai dovrebbe aiutarci, dato che in campo industriale spesso siamo concorrenti diretti. Quisquilie. 
Ci sarebbe da scrivere un libro sul nostro complesso di inferiorità di fronte ai paesi esteri. Si va dalla classe dirigente sempre prona, a parte rari casi, fino a quelli che non hanno un straccio di amore per la propria terra e ci sputano sopra ogni due per tre, esaltando le patrie avversarie, specialmente quando queste ci bastonano (ovviamente costoro non alzano mai il culo per cambiare le cose). A vedere la storia siamo sempre il paese di "Franza o Spagna purchè se magna".

Ma attendiamo. Oh si, che attendiamo.

Edward Green



* L'Età della Demenza è la nostra epoca, in cui la cultura diventa sempre più un impaccio, a favore dell'idiozia più totale in tutti i settori. La mediocrità diventa l'eccellenza. Colpisce di solito le civiltà, quando queste stanno decadendo in modo rapido.
** L'Età della Demenza, esaurita la sua spinta, finisce inevitabilmente per essere sostituita dall'Età dell'Ultraviolenza, in quanto un Sistema complesso non può reggere se governato da idioti. 

venerdì 14 marzo 2014

TAVOLA CALDA: SORRENTINO, UN ESEMPIO DI ANTIDIVO

Il prendersi sul serio sembra essere un atteggiamento ormai comune, in qualsiasi campo.

Spesso si ostenta la propria capacità di saper fare qualcosa, di qualsiasi tipo, pur di sentirsi apprezzati e al centro dell’attenzione, nel centro del mirino di quella che in altri ambiti si chiamerebbe vanagloria.

L’ambito della creatività pullula di queste figure dalla notte dei tempi. Il primo step è quello della forma. Più un’opera raggiunge certi requisiti formali, più risulta riuscita e quindi l’artista –o presunto tale- si arroga il diritto di ostentare le proprie capacità.

Equazione che registi/artisti del calibro di Paolo Sorrentino ribaltano senza fatica.

Non sembra vero ma dietro una maschera di riservatezza si cela una grande umiltà che si accompagna ad un grande talento.

Attivo anche sul fronte della scrittura,  Sorrentino dice di voler realizzare film << per poterli prima scrivere >>. Lo stesso Toni Servillo afferma che le sue sceneggiature sono scritte in una maniera intrigante che ti cattura.

<< Ringrazio Fellini, Scorsese, i Talking Heads e Maradona>> questo il discorso di ringraziamento per il premio oscar di recente ricevuto, un discorso totalmente improvvisato, interamente guidato dall’emozione.
Un discorso non preparato ma che riassume alla perfezione le figure che fanno parte del cosmo del regista partenopeo.

Fellini e Scorsese rappresentano l’amore per il cinema, con due velocità diverse.

I Talking heads l’amore per l’hard rock, omaggiato in This is must be the place.

Maradona è una metafora del calcio eroico e spettacolare, un’icona che ha un sapore di santità per chi ha trascorso l’adolescenza negli anni ottanta a Napoli.

Le storie che Sorrentino racconta sono semplici, afferma lui.

Catalogando i suoi film vediamo personaggi grotteschi e cinici dal cuore d’oro, ci si imbatte in cantanti edonisti sul viale del tramonto, calciatori umiliati dalla vita dotati di una tecnica rivoluzionaria, usurai, trafficanti di eroina che si scontrano con l’amore, rockstar cinquantenni che vogliono mettere le cose a posto e scrittori con un talento che non sanno di possedere.

Un corpus umano decisamente interessante.

Sorrentino non propone formule o proclami, analizza la realtà nel modo in cui la percepisce offrendone una visione lucida e veritiera attraverso personaggi che possono sembrare caricature. E forse lo sono, ma del resto chi non lo è.

Seguendo un filo conduttore narrativo che si estende per quasi tutta la cinematografia di Sorrentino, la vita, nel momento in cui viene stravolta e sembra un’eterna stasi, autorizza i personaggi ad uscire dal ruolo che si erano imposti e a comportarsi come attori protagonisti del proprio, grande e misterioso spettacolo in cui l’unica regola diventa la leggerezza, la sola arma che consente di districarsi dall'amaro intrico dell’esistenza.

Come in un gioco, inteso alla maniera dei bambini, ovvero se il gioco è la realtà, la realtà stessa è un  gioco.

Se il cinema raffigura la Grande Bellezza, Sorrentino insegna, senza volerlo, l’Arte del prendersi gioco della seriosità.


Occidente

giovedì 13 marzo 2014

CHAPTER IV - ILLUSIONI "DEMOCRATICHE"


Le illusioni in campo politico, sociale e religioso sono sempre state estremamente affascinanti fin dall'alba dell'umanità e tutt'ora continuano a persistere sotto diverse forme. Una legge non scritta, ma fondamentale e ineluttabile, riguarda proprio le grandi illusioni, quelle che coinvolgono le masse. Si può riassumere semplicemente in: l'uomo non può farne a meno. Questo assioma, che può sembrare banale, è stato spesso dimenticato o sotto-taciuto nell'epoca della razionalità, dell'abbondanza di informazione, del secolarismo e laicismo. Con la caduta dei vecchi credi (Dio è morto - Cit. Nietzsche - e sopravvive solo in pochi veri credenti, al contrario dell'enorme quantità di ipocriti che si professano religiosi in Occidente), si sono imposte nuove illusioni, nuovi "ipse dixit". 
Una di queste illusioni l'abbiamo commentata nel precedente capitolo (http://eqpress21.blogspot.com/2014/02/chapter-iii-democrazia-o-oligarchia.html) in cui abbiamo analizzato, sempre secondo il nostro punto di vista, la vera essenza della democrazia rappresentativa: il lato oligarchico nascosto dietro grandi discorsi e grandi ipocrisie. Questa volta invece osserveremo due particolari aspetti riguardanti in un certo senso la democrazia, il popolo e i suoi guardiani.


Le belle rivoluzioni

Di fronte alla corruzione dei nostri governanti, molti mugugnano e invocano la rivoluzione: un cambiamento violento (o non) che spazzi via la classe dirigente corrotta, per instaurare un nuovo regime favorevole al popolo. E proprio quando si parla di rivoluzioni viene perpetrato il mito del popolo in rivolta, del popolo cosciente, del popolo votato all'azione. E' una delle illusioni collegate alla nascita della nostra democrazia, quando venne all'onor del mondo con la Rivoluzione Francese. Da lì in poi, nella vulgata popolare, le rivoluzioni sono sempre state fatte passare come "cambiamento voluto e perpetrato dal popolo". Nella verità storica, al contrario, il popolo o meglio una parte di esso, è sempre stato usato come carne da cannone per permettere l'ascesa di nuove elites. Questo non sconfessa la portata positiva o negativa dell'atto rivoluzionario, ma smentisce il presunto risveglio della masse. Semplicemente l'ascesa di una nuova classe dirigente, in grado di indirizzare il consenso, ha prevalso sulle vecchie e decadenti oligarchie.*
Questo passaggio lo si ritrova in tutte le rivoluzioni, dove una ristretta cerchia guida le masse all'assalto. Nella rivoluzione francese è stata la proto-borghesia e i citizen intellettuali a guidare la revolution. Nel famoso "Ottobre Rosso", è stato un ristretto gruppo di comunisti guidati da Lenin, Troztkij, Stalin, ecc (le famose avanguardie rivoluzionarie). Nella rivoluzione cubana, è stata fondamentale la guida di Castro e Guevara. Ed infine nella rivoluzione iraniana, ha contato nettamente la guida del clero sciita sotto Khomeini.
Senza un gruppo dirigente nascente, con una visione nuova, la rivoluzione del "popolo" non può esistere.



La morte dell'ignoranza

Un grande vanto dell'epoca moderna è l'informazione di massa collegata all'inevitabile aumento della capacità politica e intelligenza delle masse. E' ovvio e palese che, con la diffusione della scolarizzazione statale, i tassi di analfabetismo siano crollati quasi a zero in Occidente. Dall'epoca medievale in cui solo le classi più agiate avevano accesso al sapere, si è passati all'epoca dell'abbondanza di informazioni. Ma l'abbondanza non vuol dire sapienza. Ed infatti con il passare del tempo, molte aspettative positivistiche sono cadute:

1) Con l'avvento di ogni nuovo mezzo di informazione e comunicazione, si sono sempre levati giubili e auspici sulla nuova era di pace e progresso che il suddetto mezzo avrebbe dovuto portare. Si è partiti con i giornali, passando per le radio, per le televisioni ed infine internet. Ogni volta saltava fuori qualcuno che prometteva la fine della guerra, grazie alla circolazione delle informazioni, grazie alla rapidità degli scambi e grazie alla visione degli orrori (e quindi la presa di coscienza successiva). La storia del XX secolo ha ampiamente dimostrato il fallimento di questi auspici.

2) Con l'accesso all'informazione (biblioteche, sistema di istruzione e mezzi mediatici) il popolo si sarebbe dovuto evolvere verso una sapienza di massa, una sorta di società di intellettuali, in grado di sorvegliare i governanti e garantire il funzionamento corretto della democrazia. Anche questo auspicio è caduto in disgrazia. Nonostante l'abbondanza di informazione, molta gente continua a concentrarsi su pochi aspetti. Molti ragionamenti sono a livello base. E soprattutto esiste un disinteresse diffuso verso argomenti complessi e certe volte fondamentali (in un mondo dove comanda l'economia, quanti hanno conoscenze approfondite in campo economico?).

Le aspettative positivistiche hanno fallito per una miriade di limiti presenti nell'umanità e nelle varie società partorite da essa. Riassumendoli potremmo dire:

- Controllo dei media da parte dell'elites (tv, giornali, grandi siti internet, radio) che influenzano il dibattito.

- Eccesso di informazione: il Sistema è troppo complesso e le informazioni sono infinite su di esso. Un essere umano, per quanto tempo possa dedicare allo studio, non potrà che comprenderne solo una piccola parte. Un sistema tecnologico-industriale come il nostro, costringe gli individui a specifiche specializzazioni su limitati settori, oscurando la visione dell'insieme. Così siamo arrivati ad avere "scienziati" che sanno tutto di una vite, ma poco o niente del resto del mondo.

- Enorme rumore di fondo: la maggior parte delle informazioni che assorbiamo sono inutili. Questa cosa è soprattutto evidente su Internet, dove la maggior parte delle informazioni riguardano cazzate, scemenze e pettegolezzo vario. La gente si distrae facilmente, ma soprattutto tende a concentrarsi su questioni futili.

Possiamo dire che l'avvento di internet è stata la cartina tornasole definitiva. Esso ha dimostrato che molte persone si informano su pochi grandi siti. Che il grosso del traffico riguarda scemenze e sesso. Che errori e disinformazione, anche di bassa lega, dilagano nel web. Che nonostante l'enorme potenziale di ricerca, pochi hanno la volontà e l'impegno per fare analisi e confronti. E oltre a tutto ciò, molti incominciano a chiedersi se internet non ci renda addirittura più stupidi, con un aumento della povertà di linguaggio, informazioni sempre più sintetiche e capacità di analisi sempre più limitate (tralasciando l'analfabetismo di ritorno...).

Edward Green

Giovedì Prossimo: Chapter V - Le varie "Crisi"




Precedenti capitoli:
Chapter I: (http://eqpress21.blogspot.com/2014/02/chapter-i-il-vero-lord-del-xxi-sec.html)
Chapter II: (http://eqpress21.blogspot.com/2014/02/chapter-ii-segnali-inquietanti.html)
Chapter III: (http://eqpress21.blogspot.com/2014/02/chapter-iii-democrazia-o-oligarchia.html)

giovedì 6 marzo 2014

TAVOLA CALDA: Amorte. Tra caduta e risalita, amore e dolore, ecco l’album d’esordio de ILVOCIFERO



Il furore che origina un lamento è la brace che consuma parte dell’esistenza. C’è anche da dire però che la rabbia ha diritto ad uscire perché, se incanalata bene, può aggiustare molte cose pur rimanendo una componente dell’energia distruttiva.

Un contrasto notevole. Le emozioni si confondono, specialmente quelle delle anime sensibili.

Il tentativo di indagare questa contraddizione è il frutto del lavoro di Walter Somà, (co-autore degli album Semper Biot e Odio i Vivi di Edda) e dell’amico Aldo Romano che con l’aiuto di Fabio Capalbo alla batteria e un’incursione degli amici Gionata Mirai, Dorina e Stefano Edda Rampoldi hanno dato vita al progetto IlVocifero con l’album Amorte (Etichetta Niegazowana).

Un prodotto apparentemente minimale che ha il sapore di una ballad con echi Jazz ma che conserva la potenza della trasgressione irridente del punk e l’autonomia intellettuale del cantautorato nostrano.

Le colonne portanti sono la caduta e la risalita di un’anima errante, che vaga, che parla per bocca di Aldo Romano, cantante proveniente dalla scena underground nella Torino degli anni ’90.

Le urla declamatorie sono ululati di poesia che vibra alla ricerca di una sublimazione del dolore.

È un disco intimo ma non intimistico che costeggia la morte, la osserva e le si avvicina ma contempla anche il suo contrario, un disco di opposti che celebra la contraddizione di un percorso fatto di ascese e cadute, di lucidità e di annebbiamenti.

La parola Amore, nell’etimologia a-mors,  contempla l’assenza di morte, per cui il mirino è puntato su entrambi i bersagli ed ecco il titolo: Amorte, crasi di “Amore” e “Morte”.

Album da esplorare con calma cercando di sentirne i sapori e gli odori.


Un’ esperienza catartica. 

Occidente

martedì 4 marzo 2014

INTERCEPTOR: APPROFONDIMENTO BELLICO

Non mi trovo d'accordo del tutto con le conclusioni del collega Green pubblicate ieri in merito alle vicende ucraine degli ultimi giorni. La situazione è tuttora in evoluzione e quindi attendiamo sviluppi. Purtuttavia un paio di puntini sulle i andrebbero messi. 
Sperabilmente gli occidentali dovrebbero aver preso coscienza del disastro perpetrato dagli Stati Uniti in decenni di interventi armati più o meno a caso nel globo. Restando agli eventi più recenti, non credo sia necessario spendere ulteriori parole su quanto avvenuto negli ultimi anni in Afghanistan, Iraq, nord Africa o il perdurare dei conflitti in medio oriente. Se però la politica internazionale è fatta di rapporti di forza, e ognuno dovrebbe in primis sperare (quantomeno per non scadere nel masochismo) che il proprio interesse non sia proprio affondato da interessi politici ed economici altrui (ad esempio finendo per spedire soldati a far da bersaglio come nei citati casi afghani e iraqeni) il caso ucraino tocca l'Italia e l'Europa in maniera diversa. Lo strapotere russo nell'est, e il conseguente controllo militare delle forniture di materie prime (gas e petrolio) non è per noi europei un bell'affare. E se per i russi lo è, non capisco perchè bisogna accettarlo supinamente. Se per una volta la voce grossa degli americani potrebbe darci una mano, mi sembrerebbe masochistico sperare che stiano zitti perchè "non sono affari loro". Ma la politica estera è un continuo impicciarsi degli affari altrui, e proprio la Crimea dovrebbe generare qualche ricordo in merito a noi italiani, ammesso e non concesso che qualcuno ancora ricordi la NOSTRA storia nazionale: quando Cavour spedì i soldati piemontesi in Crimea a metà '800 dubito che qualcuno di questi fosse particolarmente persuaso dalle istanze inglesi contro i russi, per usare un eufemismo. Eppure quelli erano i mezzi per far valere la ragion di stato.
In merito agli americani, varrebbe anche la pena di citare l'assurdo delle loro diatribe attuali interne (a riprova della cialtroneria eterna della politica): mentre Obama, a furia di sbattere il muso, fa lo stalker telefonico con Putin sperando di cavar qualcosa con la diplomazia, i repubblicani protestano vivamente per l'inattività americana (!) invocando loro l'azione (evidentemente la memoria corta ce l'hanno anche loro, specie se necessitano di riguadagnare consenso internamente) e con suprema ipocrisia si fa vivo in questo John McCain, che sinora pareva dotato di buon senso nelle cose militari, visto che ci è stato in mezzo non per interposta persona*. O tempora, o mores.
Finiamo con i grandi protagonisti della vicenda, l'amico Putin e compagnia, ansiosi di allargare il raggio d'azione della mafia di san pietroburgo dalle parti di Kiev**. Sarà per tutti i motivi citati sopra, sarà perchè Putin è simpatico, racconta barzellette che fanno sempre ridere i presenti, preoccupati della propria incolumità, sarà perchè ogni tanto tiene lontano dall'Italia Berlusconi, sarà perchè fa sparare ai giornalisti o perchè copre le nefandezze degli alti ufficiali dell'esercito in Cecenia (mentre i soldati semplici li manda al macello, ma quello è costume russo dai secoli dei secoli), sarà perchè sarà, fa sempre il cazzo che gli pare (altro eufemismo) senza pagar dazio. Schiera propri soldati in terra STRANIERA (chiedere all'alcolizzato Krusciov per dettagli), e l'Ucraina dovrebbe pure fargli i complimenti? E dai con la storia che lì son tutti russi. Fino al 1990 esisteva l'Unione Sovietica, e non è che le istanze separatiste fossero granchè ben viste (grande grande eufemismo). Che la gente comune "sia" russa o filorussa non vuol dire granchè: perchè 20 anni fa se ne sono voluti andare quando l'occasione c'è stata?
Al di là di questo, che certo meriterebbe approfondimento, perchè se certe nefandezze le fanno i russi dovremmo apprezzarle? Sempre soprusi sono, e quantomeno lo si potrà dire.
Quantomeno, visto che di pratico dubito si vedrà qualcosa (dato, questo sì, la terribile disparità sul piano militare e l'inesistenza diplomatica occidentale). A naso, l'orso russo si papperà la Crimea rimandando al futuro i suoi piani di annessione dell'Ucraina, fingendo anche così di essere addivenuto ad una transazione (...).
Per finire: accanto a questa riflessione, aggiungerei che il comandante in capo della marina ucraina, tale Denis Berezovskiy, che si è dichiarato dalla parte dei russi, dovrebbe essere passato per le armi, come è comune in tutto il mondo fare con i militari accusati di intelligenza col nemico, in tempo di guerra (tipo quando le truppe straniere sono alle porte di casa tua, stante attualmente le cose nel mondo per cui le dichiarazioni formali di guerra sono passate di moda).
E un'ultima nota di colore: non capisco proprio perchè si parli di possibile "guerra civile", tra ucraini pro-Russia e anti, visto che i primi non hanno assolutamente bisogno di combattere (e voglia?), con le forze armate amiche (!) lì a due passi. Del resto, oltre alla vodka e ai Kalashnikov, un immortale genere d'esportazione russo (nel senso che oggi i maestri siamo noi occidentali) è la disinformatjia: e si sa che il primo ingrediente è la guerra lessicale, ovvero prendere il controllo di come vengono chiamate le cose***.
Buona vita sudditi
Toe Cutter


* John McCain, in servizio nell'aviazione, venne abbattutto durante la guerra del Vietnam e catturato. I quali, sapendolo figlio di un importante
ufficiale delle forze armate USA, lo trattarono con tutti i riguardi sperando che rinnegasse la propria causa. Non lo fece. Allora.
** da cui l'appartenenza di questo articolo alla rubrica citata nel titolo
*** concetto introdotto verso il 1948 in un libro che non cito per non offendere l'intelligenza dei lettori: il messaggio sarà inequivocabile comunque ....

lunedì 3 marzo 2014

MENZOGNE DA "GUERRA FREDDA"


Negli ultimi giorni c'è stata un'accelerazione della crisi nel paese ucraino con l'intervento diretto della Russia, che in 48 ore ha occupato la Crimea, dove possedeva già della basi, minando l'integrità territoriale dell'Ucraina. Questo ha dato il via ad una serie di ripercussioni sullo scenario internazionale, ma anche una serie di menzogne e propaganda a tutto spiano. Come al solito la "fog of war" continua a fare i suoi danni...

La rivoluzione del popolo

Su i media occidentali si continua ad incensare i "rivoluzionari" della piazza Maidan che hanno cacciato il dittatore cattivo, per installare uno pseudo-governo filo-occidentale. Nella realtà la stragrande maggioranza del popolo è rimasta a guardare. Il massimo che hanno fatto quelli della rivoluzione arancione* è stato sfilare per l'ennesima volta con i palloncini. Coloro che hanno condotto effettivamente la "guerra" contro il governo di Yanukovic, sono stati gli estremisti di Svodoba e Pravy Sektor, movimenti nazionalisti e di estrema destra, che già parlano di cacciare gli ucraini russofoni, e i quali hanno elementi all'interno che simpatizzano per le Waffen SS... Infatti costoro, caduto Yanukovic, hanno mostrato scarsa simpatia per la liberazione della Tymosenko **, considerata un oligarca corrotta, che fa da banderuola fra l'Occidente e l'Oriente.
Non bisogna poi dimenticare gli aiuti sotterranei occidentali dai servizi segreti Usa e da certe potenze europee, che ovviamente hanno soffiato sul fuoco.

Il governo legittimo

Gli Usa e altri hanno fatto a gara per riconoscere le "nuove autorità" di piazza Maidan. Ma su che basi di legittimità? 
L'occidente non si è reso conto che ha aperto un pericoloso vaso di pandora, legittimando il principio "che un protesta popolare può abbattere un governo democratico". Va ricordato che Yanukovic nel 2010 era stato eletto in regolari elezioni con il 51,8 %. Se si legittima il suddetto principio, in futuro, di fronte a gravi crisi, qualsiasi governo "democratico" potrà essere abbattuto da forze rivoluzionarie di massa.
Con questa mossa spericolata, Gli Stati Uniti e altri hanno sconfessato il principio sacro della legittimazione attraverso le elezioni, ponendo le basi per una lontana e futura ribellione interna.

Il giardino di casa

E' risaputo da sempre, a parte i gonzi che credono all'Onu, che le potenze hanno delle sfere d'influenza su cui esercitano il loro dominio "imperiale". Questa cosa era assolutamente evidente durante la Guerra Fredda, ma è valida ancora oggi. 
Quindi era inevitabile che i russi reagissero in maniera così rapida e forte; l'Ucraina è stata la culla della civiltà russa e nelle province orientali molti parlano russo. In Crimea sono presenti diverse basi russe, fra cui l'importantissima base navale. Pensare che Putin e soci avrebbero permesso l'ingresso della Nato nel loro cortile, senza fare niente, è da idioti. E questa idiozia proviene principalmente dagli Usa, che negli ultimi anni hanno dimostrato di condurre un politica disastrosa fra Iraq, Afghanistan, Siria, Libia, Primavere Arabe, ecc, ecc. A questo punto è meglio avere delle scimme ammaestrate nei gangli del potere.

Propaganda

Come sempre in un conflitto tutti tirano l'acqua al proprio mulino. Da un parte la Russia si è inventata una scusa (proteggere i russofoni) per entrare e prendersi la Crimea. Dall'altra parte l'Occidente continua a blaterare di rivoluzione giusta, ecc, ecc. Fra l'altro gli Usa che parlano di invasioni criminali, fanno ridere i polli, oltre che ricevere l'ennesimo disprezzo per la profonda ipocrisia.
Mi fa sempre ridere quando parlano di "preoccupazione della comunità internazionale". In verità è la preoccupazione "interessata" di poche potenze.

Futuro?

L'Unione europea, come al solito, ha dimostrato di non contare niente e il fatto di programmare la riunione finale per giovedì (forse i funzionari avevano paura di rovinarsi il weekend di relax), dimostra la sua scarsa serietà. Infatti la Germania ha già deciso che posizione tenere, insieme all'Italia (posizioni meno dure contro la Russia). L'Inghilterra e la Francia (Hollande peggiore presidente della storia francese) vanno a rimorchio degli Usa. Comunque vedremo cosa uscirà dalla riunione UE.
Di sicuro Putin non mollerà la presa, nonostante gli sbraiti occidentali (anche perchè possono fare ben poco altro) e le minacce del governo fantoccio ucraino.
Ora si tratta solo di vedere se qualche pazzo darà fuoco al lago di benzina (dando il via alla guerra civile), oppure se la situazione si cristallizzerà fino al referendum sull'indipendenza della Crimea a fine marzo.

Edward Green