giovedì 13 marzo 2014

CHAPTER IV - ILLUSIONI "DEMOCRATICHE"


Le illusioni in campo politico, sociale e religioso sono sempre state estremamente affascinanti fin dall'alba dell'umanità e tutt'ora continuano a persistere sotto diverse forme. Una legge non scritta, ma fondamentale e ineluttabile, riguarda proprio le grandi illusioni, quelle che coinvolgono le masse. Si può riassumere semplicemente in: l'uomo non può farne a meno. Questo assioma, che può sembrare banale, è stato spesso dimenticato o sotto-taciuto nell'epoca della razionalità, dell'abbondanza di informazione, del secolarismo e laicismo. Con la caduta dei vecchi credi (Dio è morto - Cit. Nietzsche - e sopravvive solo in pochi veri credenti, al contrario dell'enorme quantità di ipocriti che si professano religiosi in Occidente), si sono imposte nuove illusioni, nuovi "ipse dixit". 
Una di queste illusioni l'abbiamo commentata nel precedente capitolo (http://eqpress21.blogspot.com/2014/02/chapter-iii-democrazia-o-oligarchia.html) in cui abbiamo analizzato, sempre secondo il nostro punto di vista, la vera essenza della democrazia rappresentativa: il lato oligarchico nascosto dietro grandi discorsi e grandi ipocrisie. Questa volta invece osserveremo due particolari aspetti riguardanti in un certo senso la democrazia, il popolo e i suoi guardiani.


Le belle rivoluzioni

Di fronte alla corruzione dei nostri governanti, molti mugugnano e invocano la rivoluzione: un cambiamento violento (o non) che spazzi via la classe dirigente corrotta, per instaurare un nuovo regime favorevole al popolo. E proprio quando si parla di rivoluzioni viene perpetrato il mito del popolo in rivolta, del popolo cosciente, del popolo votato all'azione. E' una delle illusioni collegate alla nascita della nostra democrazia, quando venne all'onor del mondo con la Rivoluzione Francese. Da lì in poi, nella vulgata popolare, le rivoluzioni sono sempre state fatte passare come "cambiamento voluto e perpetrato dal popolo". Nella verità storica, al contrario, il popolo o meglio una parte di esso, è sempre stato usato come carne da cannone per permettere l'ascesa di nuove elites. Questo non sconfessa la portata positiva o negativa dell'atto rivoluzionario, ma smentisce il presunto risveglio della masse. Semplicemente l'ascesa di una nuova classe dirigente, in grado di indirizzare il consenso, ha prevalso sulle vecchie e decadenti oligarchie.*
Questo passaggio lo si ritrova in tutte le rivoluzioni, dove una ristretta cerchia guida le masse all'assalto. Nella rivoluzione francese è stata la proto-borghesia e i citizen intellettuali a guidare la revolution. Nel famoso "Ottobre Rosso", è stato un ristretto gruppo di comunisti guidati da Lenin, Troztkij, Stalin, ecc (le famose avanguardie rivoluzionarie). Nella rivoluzione cubana, è stata fondamentale la guida di Castro e Guevara. Ed infine nella rivoluzione iraniana, ha contato nettamente la guida del clero sciita sotto Khomeini.
Senza un gruppo dirigente nascente, con una visione nuova, la rivoluzione del "popolo" non può esistere.



La morte dell'ignoranza

Un grande vanto dell'epoca moderna è l'informazione di massa collegata all'inevitabile aumento della capacità politica e intelligenza delle masse. E' ovvio e palese che, con la diffusione della scolarizzazione statale, i tassi di analfabetismo siano crollati quasi a zero in Occidente. Dall'epoca medievale in cui solo le classi più agiate avevano accesso al sapere, si è passati all'epoca dell'abbondanza di informazioni. Ma l'abbondanza non vuol dire sapienza. Ed infatti con il passare del tempo, molte aspettative positivistiche sono cadute:

1) Con l'avvento di ogni nuovo mezzo di informazione e comunicazione, si sono sempre levati giubili e auspici sulla nuova era di pace e progresso che il suddetto mezzo avrebbe dovuto portare. Si è partiti con i giornali, passando per le radio, per le televisioni ed infine internet. Ogni volta saltava fuori qualcuno che prometteva la fine della guerra, grazie alla circolazione delle informazioni, grazie alla rapidità degli scambi e grazie alla visione degli orrori (e quindi la presa di coscienza successiva). La storia del XX secolo ha ampiamente dimostrato il fallimento di questi auspici.

2) Con l'accesso all'informazione (biblioteche, sistema di istruzione e mezzi mediatici) il popolo si sarebbe dovuto evolvere verso una sapienza di massa, una sorta di società di intellettuali, in grado di sorvegliare i governanti e garantire il funzionamento corretto della democrazia. Anche questo auspicio è caduto in disgrazia. Nonostante l'abbondanza di informazione, molta gente continua a concentrarsi su pochi aspetti. Molti ragionamenti sono a livello base. E soprattutto esiste un disinteresse diffuso verso argomenti complessi e certe volte fondamentali (in un mondo dove comanda l'economia, quanti hanno conoscenze approfondite in campo economico?).

Le aspettative positivistiche hanno fallito per una miriade di limiti presenti nell'umanità e nelle varie società partorite da essa. Riassumendoli potremmo dire:

- Controllo dei media da parte dell'elites (tv, giornali, grandi siti internet, radio) che influenzano il dibattito.

- Eccesso di informazione: il Sistema è troppo complesso e le informazioni sono infinite su di esso. Un essere umano, per quanto tempo possa dedicare allo studio, non potrà che comprenderne solo una piccola parte. Un sistema tecnologico-industriale come il nostro, costringe gli individui a specifiche specializzazioni su limitati settori, oscurando la visione dell'insieme. Così siamo arrivati ad avere "scienziati" che sanno tutto di una vite, ma poco o niente del resto del mondo.

- Enorme rumore di fondo: la maggior parte delle informazioni che assorbiamo sono inutili. Questa cosa è soprattutto evidente su Internet, dove la maggior parte delle informazioni riguardano cazzate, scemenze e pettegolezzo vario. La gente si distrae facilmente, ma soprattutto tende a concentrarsi su questioni futili.

Possiamo dire che l'avvento di internet è stata la cartina tornasole definitiva. Esso ha dimostrato che molte persone si informano su pochi grandi siti. Che il grosso del traffico riguarda scemenze e sesso. Che errori e disinformazione, anche di bassa lega, dilagano nel web. Che nonostante l'enorme potenziale di ricerca, pochi hanno la volontà e l'impegno per fare analisi e confronti. E oltre a tutto ciò, molti incominciano a chiedersi se internet non ci renda addirittura più stupidi, con un aumento della povertà di linguaggio, informazioni sempre più sintetiche e capacità di analisi sempre più limitate (tralasciando l'analfabetismo di ritorno...).

Edward Green

Giovedì Prossimo: Chapter V - Le varie "Crisi"




Precedenti capitoli:
Chapter I: (http://eqpress21.blogspot.com/2014/02/chapter-i-il-vero-lord-del-xxi-sec.html)
Chapter II: (http://eqpress21.blogspot.com/2014/02/chapter-ii-segnali-inquietanti.html)
Chapter III: (http://eqpress21.blogspot.com/2014/02/chapter-iii-democrazia-o-oligarchia.html)

Nessun commento:

Posta un commento