giovedì 13 febbraio 2014

CHAPTER I: IL VERO LORD DEL XXI SEC.


"Chi è il vero padrone del Mondo?..."

Una volta all'anno Forbes, Times e altre riviste ci ripropongono le loro insulse classifiche sulle persone più potenti del mondo o sulle personalità più influenti. Così abbiamo questa bella carrellata di politici internazionali, opinionisti, attivisti e addirittura vip e musicisti. Le classifiche ovviamente sono fatte assolutamente a caso e variano a seconda dell'opinione dell'editorialista di turno. 
Di sicuro sono figlie di quel semplicismo e sensazionalismo per gonzi (che va tanto di moda nel mondo anglosassone e che noi abbiamo importato tragicamente), in modo da dare qualche punto di riferimento in mezzo a questo caos. In questo modo il popolo può stare tranquillo sapendo che ci sono personalità a dirigere i lavori e a determinare il destino di miliardi di persone.
In verità le cose sono nettamente più complicate e le personalità citate nelle suddette classifiche sono solo un'infima minoranza della reale rete di potere che circonda il globo, composta da centinaia di migliaia di persone, fra banchieri, lobbisti, burocrati, politici, intellettuali, miliardari, ecc.
Ma sopra tutti questi esiste un unico padrone: il Sistema.



Secoli fa...

Quando si parla di Sistema all'interno dei vari dibattiti si rischia sempre di cadere in un'infinita serie di interpretazioni errate; c'è chi parla di capitalismo, chi di globalizzazione e chi invece tende a confonderlo con particolari minori del Sistema stesso.

Per noi il Sistema è semplicemente il modello Industriale-Tecnologico, applicato a livello di massa, venuto all'onore del mondo durante la Modernità.

Ovviamente non è possibile stabilire una data di nascita, ma nel corso dei secoli sono avvenuti fatti significativi che hanno posto le basi per la nascita e l'imposizione del modello su scala planetaria. Uno dei mattoni più importanti si è sviluppato nel XII/XIII secolo, con il ritorno del denaro su ampia scala (semi-scomparso con l'avvento del feudalesimo)  e la nascita dei primi sistemi finanziari e bancari, soprattutto nell'Italia settentrionale e in particolar modo in Toscana. 
Lentamente, ma inesorabilmente, il mondo del denaro (all'epoca disprezzato come lo "sterco del demonio") si è evoluto verso forme più complesse, mentre la società viveva il Rinascimento e cambiamenti storici. Ma il salto di qualità decisivo è frutto di sei rivoluzioni epocali: la rivoluzione scientifica, illuministica, industriale, francese, inglese e americana.
Con questi grandi avvenimenti prende il via la Modernità e quindi anche il nostro modello di sviluppo, che nel corso del tempo assumerà varie declinazioni fino a giungere a quella odierna, quasi dominante. 
Le varie differenze si manifestano fin dall'inizio della rivoluzione industriale, la quale si presenta sotto diverse forme rispetto a quella originale inglese. Con il procedere del tempo, il capitalismo (uno dei due grandi figli dell'industrializzazione) mostrerà diverse facce, dal liberismo più sfrenato fino a quello moderato delle social-democrazie. 
Un altro grande illustre figlio della Modernità è ovviamente il pensiero socialista e comunista, che si esplicherà nei sistemi socialisti/comunisti reali, derivazioni e declinazioni alternative del Sistema industriale-tecnologico.
Successivamente, nel corso del 900, si avrà lo scontro tra i due massimi modelli industriali (capitalismo e comunismo), mentre al di sopra di loro, il Sistema per eccellenza, andrà alla conquista definitiva dell'universo mondo. 
Conquista che in un certo senso completa verso la fine del XX secolo, con la caduta dei regimi dell'est, l'apertura della Cina al Mercato e l'avvento in maniera preponderante della Globalizzazione.
Così arriviamo ai giorni nostri, nell'anno 2014, dove abbiamo a che fare con un modello tecnologico integrato a livello planetario (diviso in varie declinazioni del capitalismo, ma complementari fra esse), in continua espansione e accelerazione...



Un meccanismo

Il nucleo fondamentale del nostro Sistema si può riassumere in: produzione + consumo. A questo meccanismo si applica la scienza e la tecnologia in maniera massiva. Ma soprattutto viene alimentato dall'immaginazione e dal desiderio infinito degli uomini.
All'inizio dell'industrializzazione, con l'avvento del positivismo, gli uomini rimasero estasiasti dalle possibilità offerte da questo modello. Il meccanismo industriale andava a soddisfare quei bisogni che nei secoli precedenti erano stati "limitati" dalla natura e dalle scarse conoscenze dell'uomo. Dopo secoli di fatiche, carestie e profonde limitazioni, finalmente ci si poteva liberare dalle catene della natura e forgiare il proprio migliore mondo. I positivisti pensarono che la trasformazione della materia e la continua creazione di nuovi oggetti, avrebbero portato il benessere per tutti gli uomini. La serenità sarebbe stata data dall'abbondanza di ricchezza e materia.
Ma nel tempo la formula "produzione + consumo" subì una mutazione decisiva: dalla soddisfazione dei consumi esistenti (quali per esempio il vestiario, come fecero i primi filatoi meccanici) si passò alla creazione di nuovi bisogni e nuovi desideri da soddisfare. La nuova mutazione diede il via alla crescita esponenziale:

consumo (in aumento esponenziale) + produzione (in aumento esponenziale)

Il tutto in un micidiale circolo vizioso, virtualmente senza limiti.
I suoi cavalieri, portatori della nuova novella, furono i mercanti; i primi a sperimentare sulla propria pelle tutte le potenzialità e le dis-funzionalità del nostro modello. Ossessionati dal profitto (perchè il denaro è il fluido benzina che alimenta il tutto) si lanciarono a fondo nel "nuovo coraggioso mondo", espandendolo, alimentandolo ed esportandolo fino agli angoli più remoti, o con metodi pacifici o con manu militari. Ed è interessante notare il cambiamento dell'immagine del mercante nel corso dei secoli con l'ascesa del Sistema: da figura disprezzata e collocata ai ranghi bassi della società (venivano sostanzialmente visti come degli psicopatici truffatori), assurge a figura principe con l'industrializzazione, mutando anche il nome: la Borghesia, gli Imprenditori. In poche parole la classe vincente e dominante, come gli eventi del 1800 dimostreranno.
Nel giro di tre secoli l'industrializzazione compie la sua micidiale cavalcata, aprendo nuovi mercati, creando nuovi consumatori e finendo per colonizzare con il suo meccanismo qualsiasi popolo della Terra (a parte qualche tribù), arrivando ad avere sotto di sè, 7 miliardi di consumatori e produttori, lanciati verso la crescita infinita.



Il Lord

Più potente di qualsiasi droga, il Meccanismo è riuscito ad entrare nella testa degli uomini, dal più potente al più povero, condizionandone completamente l'esistenza (a parte rari casi).
Il Sistema è diventato il vero padrone del nostro mondo e colui che detta i ritmi della Globalizzazione. Per quanto uno possa essere miliardario e potente, finisce inevitabilmente per essere schiavo del modello, in quanto non esiste un limite, una soglia in cui uno possa definirsi soddisfatto (l'invidia, come vedremo, gioca pesante sotto questo aspetto).
Le elites al potere sono ovviamente quelle più schiavizzate e indottrinate: infatti non fanno altro che ripetere il dogma: bisogna crescere, va alimentata la crescita, i consumi devono aumentare per far aumentare la produzione e così via dicendo. Oltre a non esserci limiti e a non bastare mai, bisogna addirittura accelerare con nuovi lavori, nuovi prodotti, nuovi consumi e nuovi profitti.
Questo ha generato tutta una serie di problemi e zone d'ombra fin dall'alba della Modernità. All'inizio le conseguenze spiacevoli vennero sottovalutate. Ma ora, mentre le crisi si moltiplicano e si alimentano l'una con l'altra, la sensazione di essere finiti in una trappola comincia a serpeggiare anche nei piani alti, dove di norma dovrebbe regnare l'iper-ottimismo.

L'ironia della storia: da creatori siamo passati ad essere schiavi della nostra invenzione. Con conseguenze alquanto spiacevoli...

Edward Green

Giovedì Prossimo: Chapter II - Segnali Inquietanti


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