venerdì 28 febbraio 2014

BRUCIANDO ROMA...


Estate 2013. Conversazione fra me e un romano sulle differenze fra Roma e Milano:

Io: una cosa che ho notato, è che in metro a Roma sono tutti più rilassati rispetto a Milano.
Lui: lo sai il perchè?
Io: uhm, posso immaginare...
Lui: perchè non fanno un cazzo dalla mattina alla sera! La maggior parte sono dipendenti pubblici...

Questo sono i classici discorsi con il classico stereotipo sul dipendente statale fannullone. Però a guardare quello che sta succedendo alla capitale e ai vari enti, la realtà rischia di superare lo stereotipo.


Fallita da tempo

In questi giorni capeggiano le polemiche fra Marino, il sindaco di Roma, e il governo per il famoso decreto che dovrebbe salvare per l'ennesima volta la capitale dai suoi debiti. Debiti che a dicembre 2013 sono stimati intorno alla terrificante cifra di 10 miliardi di €.*
Stando ai numeri la capitale sarebbe fallita da decenni, senza il governo centrale che ripiana i buchi ogni tot tempo. Ma come è stato possibile creare un disastro del genere? 
Basta fare alcuni esempi:

1) Roma dispone di: "" Ventisei società, più una marea di controllate: oltre cinquanta quelle di Acea (energia e acqua), Ama (rifiuti) e Atac (trasporti). Tre gruppi che da soli hanno qualcosa come 31.338 dipendenti, ovvero l'85 per cento del personale di tutte le partecipate comunali, che si aggira intorno alle 37 mila unità. Circa diecimila in più rispetto ai 26.800 dipendenti degli stabilimenti Fiat in Italia. Senza contare i 25 mila dipendenti diretti dell'amministrazione comunale. ""

2) Quello che vedete nella figura sotto è l'organigramma dell'Atac, l'ente dei trasporti romani, perennemente in rosso e che aveva già ricevuto 1 miliardo di € di aiuto:



Quello che vedete riguarda solo i dirigenti. Dirigenti che vengono pagati: "" Il compenso medio dei dirigenti è 125 mila, ma per i supermanager di Acea e Atac siamo a oltre 300 mila. ""

Pagati per questo: "" dato che negli ultimi 10 anni non c'è stato mai un bilancio in utile. Se si sommano i 200 milioni di buco di quest'anno alle perdite di 2011 e 2012 siamo a mezzo miliardo di rosso. In tre anni. Ma come dimenticare la maxi-perdita del 2010 da 319 milioni e quella del 2009 da 91? E così via fin dal 2003. Un decennio che è costato quasi 1,6 miliardi di perdite cumulate. "" ** 

3) Consulenze d'oro: "" l’elenco degli avvocati alle dipendenze dell’amministrazione. Sono 23: ma la cosa sorprendente non è tanto il numero, quanto le retribuzioni. Si va da un minimo di 262.338 euro per Andrea Camarda o Umberto Garofoli a un massimo di 321.011 euro per Andrea Manganelli. Totale per i 23, sei milioni 648.552 euro nel 2012. Questo perché tutti loro, oltre allo stipendio, hanno diritto a intascare una congrua percentuale sugli onorari per le cause vinte. E il bonus, che in qualche caso sfiora i 200 mila euro, non è mai sotto 160 mila euro. "" ***

4) I lavoratori, imitando ovviamente i capi parassitari e inefficienti, non sono da meno: "" Dipendenti Atac troppo cagionevoli di salute. Mediamente ogni giorno 1.400 persone, tra impiegati, autisti, operai e macchinisti, legittimamente presentano certificati medici e di altro tipo, come quelli per l’assistenza al familiare disabile, permessi vari, restando a casa. 

Assenti giustificati. Un turnover che decurta la forza lavoro di una percentuale che va da una media giornaliera del 15 per cento, con un picco del 22 per cento registrato lo scorso agosto, mese in cui c’è stata una vera e propria epidemia. ""

"" Dei 6.500 autisti assunti dall’azienda, quindi circa 970 restano a casa ogni giorno. A questi si aggiungono gli amministrativi poco più di un centinaio giornalieri (su 1300), i circa 300 operai (su 3.000) e i macchinisti, qualche unità su 450 dipendenti. Di questa ultima categoria pochi restano a casa, probabilmente in virtù del fatto che il loro contratto è legato in qualche modo anche alle presenze. ""

5) Poi si potrebbe parlare dei vari scandali legati ai vigili urbani, alla manutenzione delle strade (record di voragini nel 2013), alla sporcizia diffusissima nella città, alla mancanza di una riciclata decente (non parliamo del disastro ambientale che riguarda la discarica di Malagrotta), al fatto che pure le farmacie sono in rosso **** (15 milioni di € di buco), al traffico terrificante, all'inefficienza dei servizi a ogni livello, alla criminalità diffusa, ecc, ecc.

Questo è il quadro desolante di una capitale allo sbando più completo. Molti adesso tendono a mettere in croce solo Marino *****, ma non si possono dimenticare i massimi responsabili di questo disastro, che nel corso degli ultimi 20 anni hanno spolpato la città: Francesco Rutelli (sindaco dal 1993 al 2001), Walter Veltroni (sindaco dal 2001 al 2008) e Giovanni Alemanno (sindaco dal 2008 al 2013). Contando poi le colpe delle classi dirigenti nazionali (tutti i maggiori partiti di centro-destra e centro-sinistra) che hanno aiutato e foraggiato gli irresponsabili distruttori.
Ora arriverà l'ennesimo decreto tampone... che non servirà assolutamente a niente, se non verranno licenziati i parassiti, perseguiti i dirigenti e spazzata via la gestione pessima dei partiti collusi con l'andazzo generale.

Edward Green


Si ringrazia Abaper (Tgm) per i link:





***** Il sindaco dovrebbe fare un ripasso immediato di storia, dato che continua a citare a sproposito Nerone, quando la verità storica sostiene che fu probabilmente un incidente o delle sette fanatiche cristiane a provocare il famoso incendio.

giovedì 27 febbraio 2014

FENOMENI DA BARACCONE: La sindrome del creativo



Che cos’è la “sindrome del creativo”?

La sindrome del creativo, è quella sindrome che una volta mi ha portata a vivere una situazione come questa:

squinzia pseudoIntellettuale:“[…] sono proprio contenta di rivederti Barnum! Tu invece cosa mi racconti di bello? Di che ti occupi?”
Io: “ sto bene, lavoro come educatrice in un area bimbi”
squinzia pseudoIntellettuale:“Maddai! Che cosa caruccia…"
sorrisi di circostanza … Molto imbarazzata dalla sua condiscendenza aggiunsi senza alcuna ragione: “ ah… ultimamente ho anche incominciato a fare qualche foto”. 
Dissolvenza. Fine.

La sindrome del creativo, è quel morbo che ti attorciglia la lingua quando stai per dire: “lavoro come” sostituendolo con unmi occupo di.  Suona meno plebeo. Se qualcuno di voi ad esempio nella vita fa il commesso, la prossima volta che vi chiederanno di che cosa vi occupate, rispondete: mi occupo di commercio al dettagio come store assistant. SBAM! Vedrete che effetto!

La sindrome del creativo, è quel morbo che se nell’arco della tua giornata non hai fatto qualcosa di artistico o qualcosa di socialmente interessante, hai sprecato il tuo tempo e non ti resta che crogiolarti nel qualunquismo.


La sindrome del creativo è una tara della nostra generazione. Immaginiamoci che esista un icona universale, che rappresenti l’uomo tipo della nostra società“Vincente-Attivo-Creativo”. Di questa icona, l’unica cosa che abbiamo capito è che per assomigliargli dobbiamo indossare il suo stesso vestito, magari della collezione autunno/inverno di H&M. 
La nostra idea di realizzazione personale e di creatività è superficiale, non  è che un abito.  Non occorre contestare che tutti, ma proprio tutti ormai,  vogliano suonare, scrivere, fotografare, fare il wedding planner o il designer d’interni. Che ci provino. E’ da contestare il fatto che sia diventato un desiderio collettivo indotto e non sincero.  La creatività è innata e non può essere indotta  e venduta come nuovo status symbol,  un po’ come negli anni novanta era lavorare per l’alta  finanza o in borsa. Non è un livello o un traguardo a cui si può arrivare attraverso un certo  mood o l'ambiente giusto. 

 AUTENTICITA'. E' questo l'unico status symbol al quale tutti dovremmo aspirare per davvero. Perché la creatività fa parte di una dimensione molto intima di ogni essere umano e per ognuno di noi ha una sfaccettatura differente e del tutto personale. E' l'elemento più puro che possediamo. La creatività, quella pura, non ci fa mascherare ogni giorni per somigliare ai nostri sogni.

Barnum


CHAPTER III - DEMOCRAZIA O OLIGARCHIA?


Una dei grandi prodotti della Modernità è la democrazia liberale rappresentativa. Essa nasce con l'avvento dell'Illuminismo e con le grandi rivoluzioni del 1700, le quali fisseranno le strutture fondamentali del sistema democratico
Rispetto alle democrazie del passato, come quella ateniese, essa presuppone una serie di principi che si possono riassumere in:

- Separazione dei poteri (esecutivo, legislativo, giudiziario)
- Carta costituzionale
- Suffragio universale
- Diritti civili, politici, etici, sociali, ecc
- Libera stampa 
- Separazione Stato e Chiesa

Questo schema è ovviamente un riassunto a grandi linee, dato che ogni democrazia ha le sue peculiarità.
Nel corso di due secoli, attraverso rivoluzioni, guerre o cambiamenti pacifici, la democrazia liberale si è imposta come uno dei sistemi dominanti nel pianeta, esclusi i vari regimi ancora esistenti (come per esempio quello cinese o le varie dittature arabe). Ma non solo: è diventata un'ideologia da esportare, imporre o comunque intoccabile, fondamento finale dell'evoluzione della civiltà occidentale o umana (gli universalisti tendono a far coincidere le due cose.) 
Eppure numerosi pensatori hanno messo in dubbio questo sorta di "dogma" sotto vari aspetti, anche perchè la democrazia, per come viene rappresentata ideologicamente, presenta una serie di gravi finzioni.



Potere al popolo

"La democrazia è il governo del popolo". Ogni politico, di qualsiasi democrazia, tende ad usare questa formula magica per ingraziarsi i vari elettori, ma soprattutto per legittimare il suo ruolo come governante. A livello ideale dovrebbe essere così. A livello reale è una palese menzogna.
Nel corso dei decenni passati sono stati scritti numerosi libri* su i limiti della democrazia rappresentativa o sul fatto che è sostanzialmente una truffa, dove alla fine prevalgono sempre una rete di oligarchie.
Nella nostra analisi ci concentreremo su due aspetti in particolare: quello relativo ai vari poteri/influenze e quello sugli elettori e il loro ruolo.

1) Multi-poteri

In un moderno sistema democratico esistono numerose aree di potere, che esercitano, a seconda della funzione, un determinato dominio sulla società e sul suo sviluppo. All'interno del nostro Sistema troviamo essenzialmente cinque poteri:

- Potere Politico (partiti, movimenti, sindacati e burocrati)
- Potere Economico (banche, imprese, economisti, finanza)
- Potere Militare (forze armate, polizia, servizi segreti)
- Potere Mediatico (giornali, tv, radio, internet)
- Potere Intellettuale (opinionisti, vip, intellettuali, think thank, artisti)

Questi poteri ovviamente non sono a compartimenti stagni, ma tendono ad intersecarsi e influenzarsi a vicenda. Capita molto spesso che svariati individui esercitino il potere in più aree, passando da un potere ad un altro (un esempio è Corrado Passera, che da amministratore delegato di Banca Intesa è diventato poi ministro sotto il governo Monti), oppure accumulando influenza simultaneamente in varie sfere del dominio (per esempio Silvio Berlusconi, il quale è presente sia nel potere politico - Pdl -, sia in quello economico - Mediolanum, Fininvest -, sia in quello mediatico - Mediaset, Mondadori -).
Fra questi 5 segmenti di influenza viene eletto dai cittadini solo il potere politico e solo una parte di esso. Infatti il potere politico a sua volta si divide in vari rami, ma quello elettivo riguarda unicamente i partiti e i movimenti o i sindacati, a seconda del loro statuto. I burocrati (funzionari statali, grand commis, contabili, giudici, revisori, ecc) sono nominati dal potere politico o scelti tramite concorsi.
In poche parole, l'elettore sceglie tramite il voto solo il 10% (cifra ipotetica) della classe dirigente. Il restante 90% è de facto nominata, cooptata, selezionata o frutto di successi personali, alleanze, guerre o altro.
Contro questo ragionamento si tende a obiettare che il potere politico dei partiti, in una democrazia funzionante, è quello dominante e quindi è anche quello che determina le regole degli altri poteri. In questo caso, anche se il cittadino vota un'esigua minoranza, il suo voto è decisivo, in quanto va a determinare la minoranza con più influenza. Infatti a livello teorico il parlamento, insieme al governo e agli altri organi dello stato, è quello che dovrebbe comandare e regolare tutte le altre forze, attraverso le leggi. Nei fatti questa cosa non accade per una serie di fattori:

- i partiti stessi sono oligarchie, dove una minoranza al vertice influenza e comanda i subordinati, secondo logiche di spartizione e cooptazione. In una democrazia ideale l'elettore sceglie il rappresentante da mandare nel parlamento, il quale è indipendente e al servizio del cittadino (il famoso articolo 67 della costituzione, mai rispettato da nessuno). Nella realtà il cittadino vota l'oligarchia politica che più gli aggrada, la quale seleziona i subordinati (in caso di mancanza di preferenze), o comunque tramite la propaganda e altri mezzi, fa in modo che il cittadino scelga i deputati prescelti. In questo modo un ristretto vertice esercita il controllo su i legislatori in parlamento.

- negli ultimi decenni, a partire dagli anni 70, il potere partitico ha perso gran parte dell'influenza che aveva sulla società, schiacciato dagli altri poteri, i quali hanno ottenuto un influenza nettamente più forte, grazie alla globalizzazione e al mutamento dell'assetto sociale. La scomparsa dei partiti di massa, delle grandi ideologie e un minor controllo nelle industrie statali (oltre che una diminuzione netta della leva economica), ha subordinato molto spesso la politica ad altre forze, più dinamiche, più ricche e più influenti. I partiti, oligarchie de facto, si sono intrecciati con gli altri poteri, da cui ricevono pressioni, ordini e contributi economici per mutare le leggi in favore dell'assetto dominante. Questo fa in modo che anche i partiti più antagonisti, immersi nel meccanismo democratico odierno, finiscano per essere cooptati e bloccati all'interno dello status quo, che va a favore delle elites dominanti.

Questo processo estremamente complesso e dinamico, ha portato alla sostituzione della democrazia rappresentativa con una vasta rete di oligarchie in continuo mutamento, che garantiscono la stabilità del Sistema, tramite le "sante e sacre" elezioni. Cadute le vecchie legittimazioni che davano l'autorità alle precedenti oligarchie (la forza bruta, la gens, l'appartenere all'aristocrazia, il potere religioso disceso da Dio, il censo, ecc), i nuovi poteri si sono legittimati attraverso il voto e quindi attraverso l'ideologia democratica.
Un'ideologia che perpetua il mito del governo del popolo per favorire i vertici della piramide, la quale sfrutta inevitabilmente le debolezze strutturali del corpo elettorale.




2) Le pecore da tosare

Il prevalere del sistema oligarchico, a discapito di quello democratico, è ovviamente sancito dalla maggioranza dei cittadini, che non appartengono alle elites al comando. Una maggioranza disorganizzata, divisa, impotente, dove ognuno ha la propria visione personale con i vari pregi e difetti, in balia di forze minoritarie ben organizzate, potenti e con una notevole capacità di manipolazione delle masse. In sintesi vale sempre il detto: ""100 persone organizzate e di comune accordo, prevarranno sempre su 1000 persone disorganizzate"".
Per spiegare ulteriormente questo concetto, è bene proporre la "legge dell'elettore":

- Alcuni votano per il meno peggio: partendo dalla loro visione del mondo, votano quelli che sembrano incarnare in misura "sufficiente" questa visione, senza stare lì a controllare nel dettaglio se poi gli eletti sono fedeli a questa visione.

- Alcuni votano il meno peggio 2: guardano le promesse politiche e votano quelle che più gli interessa per il proprio benessere.

- Alcuni votano per fedeltà: per esempio si votava Pci, quindi si passa Pds, Ds, Pd, ecc. 

- Alcuni votano per clientelismo e voto di scambio: voto il mio amico o conoscente appartenente al partito X, perchè questo mi garantirà (forse) un assunzione o altri benefici.

- Alcuni votano in base al carisma e simpatia del leader: se uno è bravo a fare dei bei discorsi convincenti, vince questo tipo di voti.

- Alcuni votano la novità: perchè quelli precedenti non hanno cambiato la loro vita, quindi provano altro.

- Alcuni votano, perchè gli è stato detto che bisogna votare, se no sono cattivi cittadini. Ergo decidono all'ultimo in base alle sensazioni o a dove pende il suo giro di conoscenze e amicizie.

- Pochi votano, analizzando passato, presente e futuro in maniera approfondita, confrontandosi con gli altri, cosa che richiede notevole sforzo e tanto tempo.

Questa legge è valida per tutte le forze politiche presenti nelle varie democrazie rappresentative. E questa legge è ben compresa dalle forze dominanti, che la sfruttano ovviamente a loro favore per legittimarsi e per fare i loro interessi, umiliando i cittadini e trasformandoli in servi ignari o consapevoli.

Edward Green

Giovedì Prossimo: Chapter IV - Illusioni "Democratiche"



Precedenti capitoli:
Chapter I: (http://eqpress21.blogspot.com/2014/02/chapter-i-il-vero-lord-del-xxi-sec.html)
Chapter II: (http://eqpress21.blogspot.com/2014/02/chapter-ii-segnali-inquietanti.html)

* Sull'argomento consigliamo le opere che si rifanno all'Elitismo
(http://it.wikipedia.org/wiki/Elitismo)
E i seguenti libri:
Luciano Canfora - "La Democrazia. Storia di un'ideologia"
Massimo Fini - "Sudditi. Manifesto contro la democrazia"
Hoppe Hans Hermann - "Democrazia. Il Dio che ha fallito"
Frank Karsten, Karel Beckman - "Oltre la democrazia"

lunedì 24 febbraio 2014

NUOVA RUBRICA: INTERCEPTOR

Inauguriamo da oggi una nuova rubrica.
L'ispirazione mi è venuta pensando a un vecchio film d'azione, ambientato in un futuro prossimo in cui la società è allo sbando, la cirminalità la fa da padrona, e l'ordine e la legge sono mantenuti da una squadra speciale della polizia, gli Interceptor appunto, che da soli devono portare avanti la loro lotta quotidiana, per quello che difendono ma anche e soprattutto per sopravvivere. E con un altro problema: la lotta stessa li porta ad assomigliare sempre più a coloro che devono combattere ... come dice il protagonista Max Rockatansky "La gente capisce che il buono sono io solo perchè porto il distintivo".
Dall'idea di questo "futuro" (chiamiamolo così) il tema per questa rubrica, decadenza dei valori, criminalità organizzata e criminalità DAVVERO organizzata, la caduta o il crollo della bella società che ci siamo trovati ad ereditare dalle generazioni precedenti.

Buona vita sudditi!

Toe Cutter



giovedì 20 febbraio 2014

CHAPTER II - SEGNALI INQUIETANTI


Nel precedente capitolo (http://goo.gl/hgwByo) abbiamo analizzato il nostro modello di vita, osservando che il vero padrone dell'universo è il Sistema tecnologico-industriale. Dalla sua nascita alla piena globalizzazione dei giorni nostri, sono passati diversi secoli. E proprio in questo lungo arco temporale il Sistema ha lanciato dei segnali inquietanti sulla sua natura, sul suo lato oscuro. Ma obnubilati dall'immensa ricchezza materiale che esso produce, pochissimi si sono impauriti, mentre tutti gli altri hanno abbracciato il loro Padrone, senza se e senza ma.


1) La crisi "finanziaria" del 1300

Con il lento crollo dell'Impero Romano e l'avvento del Feudalesimo, i commerci e la diffusione del denaro crollano. Di fronte alla scomparsa dell'organizzazione imperiale e al tracollo del tessuto urbano*, si creano una miriade di piccoli "regni" con al centro il Feudatario e il suo castello, in mezzo al caos dei regni romano-barbarici. 
Questa situazione dura diversi secoli, fino alla lenta svolta nel basso medioevo dopo l'anno 1000. Con il risveglio dei commerci, lo sviluppo sociale/politico e l'apertura di nuove "frontiere" (le crociate) si assiste al ritorno delle città e dei mercati cittadini. Lo sviluppo urbano, soprattutto nel centro-nord dell'Italia, porta alla creazione di una nuova classe mercantile con ramificazioni in mezza europa. Il denaro torna di nuovo a circolare e viene creato l'antenato del denaro cartaceo: la lettera di cambio.
Parallelo a questi cambiamenti, nasce e cresce una sottospecie di sistema bancario con al centro potentissimi mercanti/banchieri, residenti nei rigogliosi comuni della Toscana feudale. E' uno dei primi e più importanti mattoni per le fondamenta del nostro Sistema.
Proprio con l'avvento di questi nuovi mercati e sistemi bancari, si vengono a creare le prime operazioni/speculazioni finanziare. Operazioni che mostreranno tutto il loro devastante potere con la crisi del 1300, quando si verifica il primo grande crash finanziario con al centro i Bardi e Peruzzi, i più potenti banchieri di quel secolo (la storia in sintesi: http://www.linkiesta.it/crisi-mercato-capitalismo-firenze).
Il Sistema mostra il suo lato oscuro per la prima volta e le conseguenze sono devastanti. Ma nonostante ciò, il genio è uscito dalla bottiglia e inizierà la sua micidiale cavalcata per il mondo. Altre crisi nel corso dei secoli successivi seguiranno** fino all'ultima (2007/8) dei giorni nostri. O forse è meglio dire penultima...



2) I danni della rivoluzione industriale

Il 1700/1800 sono i secoli del decollo industriale. In Inghilterra, attraverso ad una serie di condizioni favorevoli e di fronte alla presenza di una potentissima classe mercantile, grazie ai commerci dell'impero britannico, si assiste alla trasformazione e ascesa dei mercanti che diventano lentamente borghesi e imprenditori.
Nel giro di pochi decenni, in seguito alla rivoluzione scientifica, alle scoperte tecnologiche (motore a vapore) e a diversi mutamenti nel sistema politico-economico (rivoluzione inglese in primis) si sviluppano le prime fabbriche (i filatoi meccanici), le estrazioni di carbone e le prime fonderie industriali. Questo enorme processo è aiutato anche dalle varie leggi promosse nel regno inglese, come quelle su i campi aperti, i quali vengono de facto recintati, spingendo la popolazione rurale e contadina nelle città, fornendo così manodopera alle nascenti fabbriche.
La rivoluzione industriale inglese è la più spietata e brutale rispetto alle successive industrializzazioni degli altri paesi europei. A causa di essa, milioni di persone vengono trasformate lentamente in schiavi con un salario bassissimo e sfruttati in condizioni estreme, senza differenze di età (come nei romanzi denuncia di Charles Dickens: http://it.wikipedia.org/wiki/Oliver_Twist).
Lo sviluppo urbano dovuto allo sfruttamento della manodopera, porta alla creazione di nuovi quartieri degradati chiamati Slums (http://en.wikipedia.org/wiki/Slum), in cui la popolazione vive in condizioni penosissime, in mezzo a diffusa povertà e malattie.
Ma oltre allo sfruttamento senza pietà delle fasce povere della popolazione, gli intellettuali e studiosi dell'epoca assistono alla nascita di certi terribili fenomeni dei giorni nostri. In primis l'inquinamento industriale, che dispiega tutta la sua terribile potenza con le industrie a carbone. A seguire l'emergere delle varie nevrosi, che caratterizzano drammaticamente la nostra epoca, fra cui l'alcolismo di massa. Lo stesso tasso dei suicidi aumenta drammaticamente, tanto che uno dei padri della Sociologia, Durkheim, arriverà a scriverci diversi studi sul suicidio. Infine l'avvento della guerra industriale, che dispiegherà tutti i suoi violenti aspetti nel XX sec.



3) Il Terrore francese e lo Stato

Il 1789 è un anno fondamentale per la storia della civiltà occidentale, in quanto fa da spartiacque fra l'ancien regime feudale che va a morire e la lenta nascita dei regimi democratici moderni (insieme ovviamente alla rivoluzione americana e a quella inglese).
Come molte rivoluzioni, quella francese è partita con le migliori intenzioni fra la dichiarazione: http://it.wikipedia.org/wiki/Dichiarazione_dei_diritti_dell%27uomo_e_del_cittadino, la separazione dei tre poteri, l'abolizione dei vari privilegi medievali e la proclamazione dell'uguaglianza dei cittadini. Ma fra l'ideale e il reale vi è sempre un profondo abisso molto pericoloso. E questo abisso non tarda molto a manifestarsi con tutti i suoi inquietanti elementi. 
La rivoluzione degenera in fretta in nuovo autoritarismo che sfocia nel Regime del Terrore (http://it.wikipedia.org/wiki/Regime_del_Terrore), dove la "revolution" finisce per divorare i suoi figli in spietate lotte per il potere. Si manifesta tutto il potere totalitario dei fanatici ideologici come Robespierre (l'assolutismo della Ragione...), ma soprattutto la potenza repressiva dell'apparato burocratico statale, che emerge con chiarezza in questi anni. Lo Stato, come lo conosciamo oggi, mostra il suo lato freddo, calcolatore e burocratico. 
Inoltre emerge per la prima volta il precursore della "guerra totale", dove il popolo, di solito non coinvolto direttamente nei conflitti se non come vittima dei saccheggi, viene chiamato alle armi per difendere la rivoluzione dalle potenze contro-rivoluzionarie.
Questi semi avariati dispiegheranno i loro effetti principalmente nel XX sec, con il pieno avvento della "guerra totale" nella I e II guerra mondiale, con la ferocia degli stati totalitari, la potenza della burocrazia e tutti gli effetti negativi della Modernità.
Gli uomini di allora si fecero abbagliare dalle luci delle varie rivoluzioni, senza scorgere i pericoli ed effetti collaterali che si portavano dietro, come intuì quel genio di Nietzsche: "" Proclamare il diritto all’uguaglianza in una società che ha bisogno di una massa di schiavi salariati vuol dire aver perso la testa  ""



4) I campi di sterminio e l'uomo nuovo

Il lato oscuro del Sistema giunge al suo culmine con i campi di sterminio e i totalitarismi. In ogni epoca si sono assistite a repressioni brutali, stermini e atrocità. Ma con l'Olocausto e i campi di sterminio nazisti si assiste ad una dramma nettamente più profondo e spaventoso. Molti cittadini rimangono stupefatti dalle cifre del massacro, ma in verità l'aspetto più terrificante è la modalità asettica e meccanica con cui si è arrivati ad eliminare milioni di persone. Il simbolo della freddezza dello spietato meccanismo è il codice a barre impresso su i deportati e la continua spersonalizzazione degli uomini imprigionati nei campi. Non più essere umani, ma nemmeno bestie. Solo numeri da eliminare. Vi sono numerosi libri sull'argomento, ma di sicuro uno dei più interessanti è l'opera di Hannah Arendt in cui descrive la natura di un "burocrate" della morte (http://it.wikipedia.org/wiki/La_banalit%C3%A0_del_male).
Ma oltre ai campi di sterminio, nel XX sec si è assistito ai peggiori orrori. Dallo Stato che si è fatto totalitario in varie forme (dai fascismi fino allo stalinismo, passando per il regime comunista di Pol Pot e altri folli sanguinari), fino all'applicazione spietata di teorie "progressiste" volte alla creazione dell'uomo nuovo, attraverso la manipolazione, la propaganda, le imposizioni burocratiche ed economiche (certe "teorie" economiche, applicate, hanno fatto milioni di morti ***).
Nel XX sec. la naturale crudeltà dell'uomo combinata con la potenza dell'apparato industriale-tecnologico ha prodotto drammi mai visti nella storia umana. Drammi che sono stati limitati solo in seguito ai 50 milioni di morti nella Seconda Guerra Mondiale. Ma nel resto del mondo, in determinate zone del pianeta, il Sistema ha continuato a produrre i suoi orrori... e non si sa per quanto ne saremo esenti anche noi, nella progredita Civiltà Occidentale...

Edward Green

Giovedì Prossimo: Chapter III - Democrazia o Oligarchia?



* Basti solo pensare che una città come Roma, che nell'impero era arrivata ad avere un milione di abitanti, si riduce a poche decine di migliaia di cittadini nei secoli successivi alla caduta.

** Consiglio il libro "Questa volta è diverso.Otto secoli di follie finanziarie": http://www.amazon.it/Questa-diverso-secoli-follia-finanziaria/dp/8842816493

*** 1) http://it.wikipedia.org/wiki/Grande_balzo_in_avanti 2) http://it.wikipedia.org/wiki/Holodomor, per non parlare degli esperimenti economici capitalisti, applicati inflessibilmente nel terzo mondo a partire dagli anni 70 con effetti devastanti.


DELIRI DEMOCRATICI


Ogni tanto, purtroppo, serve anche qualche riflessione molto terra terra, ed è quanto mi sovviene da ciò che è accaduto ieri durante le cosiddette consultazioni per la formazione del nuovo governo, tra rappresentanti del movimento a 5 stelle e premier incaricato, Matteo Renzi, e accompagnatori (http://video.repubblica.it/dossier/governo-renzi/governo-l-incontro-renzi-grillo-dura-solo-10-minuti-il-video-integrale/156490/154982?ref=HRER3-1).

Oggi, a quanto pare, l'opinione pubblica è in fermento per l'antidemocraticità di Beppe Grillo.
A parte la gente comune, che è un concetto lievemente insondabile attraverso una bacheca di Facebook, ma anche entrando in un bar o parlando con i propri conoscenti (a meno che non abbiate 60 milioni di conoscenti e non li abbiate visti tutti ieri) immancabili oggi sono fioccati i commenti da giornali presunti di informazione moderata come Repubblica o Corriere della sera, relativamente alla performance (pare) antidemocratica offerta dalla rappresentanza del movimento 5 stelle (di fatto, ha parlato solo Grillo) nell'incontro con i rappresentanti PDini (praticamente solo Renzi, ma Delrio ha spiaccicato alcune parole un certo punto).
Questo perchè Grillo non ha lasciato parlare Renzi. Onestamente, sentendo il programma di Renzi, avrei avuto un'altra reazione.


Precisiamo meglio. Leggendo il resoconto, tutti possono leggere che, come prima cosa, Renzi si è premurato di ricordare ai 5 stelle "il decreto sull'abolizione delle province, su cui avete fatto ostruzionismo... pardon avete votato contro". Ah bella, questa in Italia è considerata democrazia? Cianciare a caso senza alcuna attinenza ai dati fattuali? Qualche tempo fa scrissi che Renzi era l'incoerenza incarnata, bastava leggere tutte le sue dichiarazioni su un arco di tempo abbastanza lungo.
Ora che il governo del nipote di Letta è caduto, nella maniera che si è vista, è diventato veramente difficile non notarlo, anche perchè l'arco di tempo abbastanza lungo nella questione specifica è diventato qualcosa tipo tre giorni. Fantastico no?
Vero vero, Beppe Grillo è così antidemocratico che era contrario all'incontro, poi ci è andato a seguito del sondaggio online. Permettetemi, andare all'incontro significava sentirsi dire le palle di Renzi e ringraziare?
Magari, poteva anche voler dire essere il primo, ECCHECCAZZOERAORA, a dire a Renzi quello che è: un cialtrone senza speranze, senza idee, e soprattutto senza possibilità (perchè una palla gliela tiene Silvio e una Napolitano, per intendersi, a livello politico; oltre a non avere un minimo di speranza per i numerosi motivi esterni ben descritti in questo blog); ma perchè nessuno gli chiede come mai ha abbattuto Letta un paio di settimane scarse prima che la sua dannata legge elettorale fosse approvata? E perchè fino all'anno scorso Berlusconi e Napolitano mettevano il veto sulla sua candidatura a presidente del consiglio, e ora no? (un'idea c'è, ne riparleremo).
Se invece credete alle favole, e mi dite che è importante parlare di programmi, potreste sempre consultare i programmi elettorali non del secolo scorso, ma di un anno fa, e vedere a che punto siamo rispetto ad allora; non resterete delusi, se cercate un pò di svago a buon mercato.

Buona vita sudditi!

Toe Cutter

PS: in tema di democrazia, ieri hanno avuto ampio risalto mediatico le minacce del gruppo terroristico detto NOA ( vedi http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/19/torino-lotta-armata-contro-il-tav-i-noa-condannano-a-morte-quattro-persone/886639/ ). Faccio sommessamente notare che nel documento da loro recapitato all'ansa, si fa cenno alle tangenti pagate dalle Coop rosse al PD. Non essendoci prove, al di fuori del comune raziocinio di chiunque abbia un'intelligenza superiore di un bambino di intelligenza media di 5 anni, se un giornalista facesse un accenno simile in un articolo, verrebbe istantaneamente seppellito da una valanga di citazioni per diffamazione. Ora, mi pongo un quesito (pensateci bene...): nel PD pensano di citare per diffamazione anche gli aspiranti terroristi?

lunedì 17 febbraio 2014

LA MANCATA REAZIONE


2014...

- L'imprenditore Wilbur Ross difende l'1% dei super ricchi "presi di mira per ragioni politiche" e sostiene che il rimanente 99% della popolazione dovrebbe smettere di lamentarsi e puntare sull'istruzione per riuscire quantomeno ad avvicinarsi al livello di ricchezza dei miliardari.*

Sam Zell, ha avuto il coraggio di dichiarare che "prendere di mira" i super ricchi "è politicamente più conveniente, perché i poveri sono semplicemente incapaci di lavorare duro come i ricchi". E sono in maggioranza.*

Un altro miliardario, Tom Perkins, ha infine dichiarato che questo 1%, in America, viene perseguitato come gli ebrei nella Germania nazista.*

- Il presidente Fiat John Elkann ha dichiarato: “Molti giovani non colgono le tante possibilità di lavoro che ci sono o perché stanno bene a casa o perché non hanno ambizione”.**




Nel 2007 il Sistema economico alimentato per decenni attraverso varie bolle e debiti privati/pubblici piomba nel caos. Nel settembre del 2008, con il fallimento della Lehman Brothers (http://en.wikipedia.org/wiki/Bankruptcy_of_Lehman_Brothers) il reattore fonde, ed è sul punto di collassare l'intera infrastruttura bancaria mondiale. Attraverso folli e disperate operazioni monetarie (tipo il http://it.wikipedia.org/wiki/Alleggerimento_quantitativo e il http://it.wikipedia.org/wiki/LTRO) i banchieri centrali come Bernanke e Draghi salvano momentaneamente la baracca. Ma nonostante questo tampone di emergenza, la crisi genera una serie di conseguenze gravi sul ceto medio: disoccupazione, fallimenti, suicidi e diseguaglianze in aumento. Alcune nazioni come la Grecia sprofondano nella depressione. 
Dopo sette anni dall'inizio della crisi quasi nessuno ha pagato per i disastri commessi. Solo Madoff (http://it.wikipedia.org/wiki/Bernard_Madoff) e quattro gatti anonimi e irrilevanti sono finiti in carcere. Pochi altri hanno perso momentaneamente il posto di lavoro. 
La maggior parte ha conservato i propri privilegi e posizioni. Addirittura si è sancito il principio del "Too big to Fail" ***, violando le basi elementari del capitalismo, per non parlare dell'altro suo gemello "Too big to Jail" ****, con cui si è sancita l'impunibilità dei banchieri. Per i maggiori scandali, semplicemente le banche hanno pagato una multa di qualche miliardario di dollari, a fronte di un fatturato di centinaia di miliardi.
Ma se da una parte i banchieri possono continuare a godersi il loro potere, dall'altra parte nemmeno burocrati ed economisti al servizio del Sistema hanno rischiato qualcosa. I signori della Troika (Bce, Ue, Fmi), per i disastri in Grecia (dove la disoccupazione è arrivata al 28%), si sono beccati al massimo un biasimo da parte dell'europarlamento.



Ma quello che stupisce di tutto questo disastro è la mancata reazione della classe media, società civile o se volete del popolo in generale. Le uniche mosse di ribellione si sono concretizzate in proteste pacifiche di massa, ma senza alcun effetto, come nel paesi del Sud Europa. 
In certi casi, alcuni partiti fuori dai giochi politici ed estremamente diversi fra loro hanno ottenuto un risultato elettorale nettamente superiore, come il Movimento 5 Stelle in Italia, Alba Dorata in Grecia e altri partiti euro-scettici.
Il problema è che nessuno di queste forze rappresenta una reale minaccia per le elites al comando. Nessuno di queste forze ha il potere o l'influenza per cambiare le tecnocrazie bancarie globali. La maggior parte della popolazione ha chinato la testa o si è disinteressata dell'interesse comune, pensando alla propria salvezza personale.
Questo ha mandato un messaggio estremamente pericoloso a coloro che siedono in cima alla piramide, riassumibile in: "" siete liberi di continuare su questa strada, siete liberi di depredare, nessuno vi sfiderà "". 
Ed infatti le classi dirigenti sono diventate ancora più arroganti, ancora più rapaci, ancora più corrotte, come se non fosse successo nulla. Ma un sistema tecnologico complesso non può sopravvivere in mezzo a corrotti e incapaci.



Riassunto semplice, semplice:

E' come stare sul Titanic, che ha cozzato contro l'Iceberg a causa dell'irresponsabilità dell'equipaggio. Invece di punirli e sostituirli, essi sono tornati tranquillamente ai loro posti, ancora più sbronzi e drogati, mentre il popolo mugugna. Il problema è che quelli nelle cuccette più povere stanno affogando per l'acqua che sgorga dalle falle. Gli altri invece sono troppo presi dall'orchestrina che suona.
Cosa succederà quando la nave si inabisserà, spezzandosi in due, e la gente scoprirà che non è rimasta nessuna scialuppa di salvataggio? 

Edward Green



**http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/14/john-elkann-i-giovani-non-trovano-lavoro-perche-stanno-bene-a-casa/881362/
***http://it.wikipedia.org/wiki/Too_big_to_fail
****http://www.nytimes.com/2012/12/12/opinion/hsbc-too-big-to-indict.html?hp&_r=3&

giovedì 13 febbraio 2014

CHAPTER I: IL VERO LORD DEL XXI SEC.


"Chi è il vero padrone del Mondo?..."

Una volta all'anno Forbes, Times e altre riviste ci ripropongono le loro insulse classifiche sulle persone più potenti del mondo o sulle personalità più influenti. Così abbiamo questa bella carrellata di politici internazionali, opinionisti, attivisti e addirittura vip e musicisti. Le classifiche ovviamente sono fatte assolutamente a caso e variano a seconda dell'opinione dell'editorialista di turno. 
Di sicuro sono figlie di quel semplicismo e sensazionalismo per gonzi (che va tanto di moda nel mondo anglosassone e che noi abbiamo importato tragicamente), in modo da dare qualche punto di riferimento in mezzo a questo caos. In questo modo il popolo può stare tranquillo sapendo che ci sono personalità a dirigere i lavori e a determinare il destino di miliardi di persone.
In verità le cose sono nettamente più complicate e le personalità citate nelle suddette classifiche sono solo un'infima minoranza della reale rete di potere che circonda il globo, composta da centinaia di migliaia di persone, fra banchieri, lobbisti, burocrati, politici, intellettuali, miliardari, ecc.
Ma sopra tutti questi esiste un unico padrone: il Sistema.



Secoli fa...

Quando si parla di Sistema all'interno dei vari dibattiti si rischia sempre di cadere in un'infinita serie di interpretazioni errate; c'è chi parla di capitalismo, chi di globalizzazione e chi invece tende a confonderlo con particolari minori del Sistema stesso.

Per noi il Sistema è semplicemente il modello Industriale-Tecnologico, applicato a livello di massa, venuto all'onore del mondo durante la Modernità.

Ovviamente non è possibile stabilire una data di nascita, ma nel corso dei secoli sono avvenuti fatti significativi che hanno posto le basi per la nascita e l'imposizione del modello su scala planetaria. Uno dei mattoni più importanti si è sviluppato nel XII/XIII secolo, con il ritorno del denaro su ampia scala (semi-scomparso con l'avvento del feudalesimo)  e la nascita dei primi sistemi finanziari e bancari, soprattutto nell'Italia settentrionale e in particolar modo in Toscana. 
Lentamente, ma inesorabilmente, il mondo del denaro (all'epoca disprezzato come lo "sterco del demonio") si è evoluto verso forme più complesse, mentre la società viveva il Rinascimento e cambiamenti storici. Ma il salto di qualità decisivo è frutto di sei rivoluzioni epocali: la rivoluzione scientifica, illuministica, industriale, francese, inglese e americana.
Con questi grandi avvenimenti prende il via la Modernità e quindi anche il nostro modello di sviluppo, che nel corso del tempo assumerà varie declinazioni fino a giungere a quella odierna, quasi dominante. 
Le varie differenze si manifestano fin dall'inizio della rivoluzione industriale, la quale si presenta sotto diverse forme rispetto a quella originale inglese. Con il procedere del tempo, il capitalismo (uno dei due grandi figli dell'industrializzazione) mostrerà diverse facce, dal liberismo più sfrenato fino a quello moderato delle social-democrazie. 
Un altro grande illustre figlio della Modernità è ovviamente il pensiero socialista e comunista, che si esplicherà nei sistemi socialisti/comunisti reali, derivazioni e declinazioni alternative del Sistema industriale-tecnologico.
Successivamente, nel corso del 900, si avrà lo scontro tra i due massimi modelli industriali (capitalismo e comunismo), mentre al di sopra di loro, il Sistema per eccellenza, andrà alla conquista definitiva dell'universo mondo. 
Conquista che in un certo senso completa verso la fine del XX secolo, con la caduta dei regimi dell'est, l'apertura della Cina al Mercato e l'avvento in maniera preponderante della Globalizzazione.
Così arriviamo ai giorni nostri, nell'anno 2014, dove abbiamo a che fare con un modello tecnologico integrato a livello planetario (diviso in varie declinazioni del capitalismo, ma complementari fra esse), in continua espansione e accelerazione...



Un meccanismo

Il nucleo fondamentale del nostro Sistema si può riassumere in: produzione + consumo. A questo meccanismo si applica la scienza e la tecnologia in maniera massiva. Ma soprattutto viene alimentato dall'immaginazione e dal desiderio infinito degli uomini.
All'inizio dell'industrializzazione, con l'avvento del positivismo, gli uomini rimasero estasiasti dalle possibilità offerte da questo modello. Il meccanismo industriale andava a soddisfare quei bisogni che nei secoli precedenti erano stati "limitati" dalla natura e dalle scarse conoscenze dell'uomo. Dopo secoli di fatiche, carestie e profonde limitazioni, finalmente ci si poteva liberare dalle catene della natura e forgiare il proprio migliore mondo. I positivisti pensarono che la trasformazione della materia e la continua creazione di nuovi oggetti, avrebbero portato il benessere per tutti gli uomini. La serenità sarebbe stata data dall'abbondanza di ricchezza e materia.
Ma nel tempo la formula "produzione + consumo" subì una mutazione decisiva: dalla soddisfazione dei consumi esistenti (quali per esempio il vestiario, come fecero i primi filatoi meccanici) si passò alla creazione di nuovi bisogni e nuovi desideri da soddisfare. La nuova mutazione diede il via alla crescita esponenziale:

consumo (in aumento esponenziale) + produzione (in aumento esponenziale)

Il tutto in un micidiale circolo vizioso, virtualmente senza limiti.
I suoi cavalieri, portatori della nuova novella, furono i mercanti; i primi a sperimentare sulla propria pelle tutte le potenzialità e le dis-funzionalità del nostro modello. Ossessionati dal profitto (perchè il denaro è il fluido benzina che alimenta il tutto) si lanciarono a fondo nel "nuovo coraggioso mondo", espandendolo, alimentandolo ed esportandolo fino agli angoli più remoti, o con metodi pacifici o con manu militari. Ed è interessante notare il cambiamento dell'immagine del mercante nel corso dei secoli con l'ascesa del Sistema: da figura disprezzata e collocata ai ranghi bassi della società (venivano sostanzialmente visti come degli psicopatici truffatori), assurge a figura principe con l'industrializzazione, mutando anche il nome: la Borghesia, gli Imprenditori. In poche parole la classe vincente e dominante, come gli eventi del 1800 dimostreranno.
Nel giro di tre secoli l'industrializzazione compie la sua micidiale cavalcata, aprendo nuovi mercati, creando nuovi consumatori e finendo per colonizzare con il suo meccanismo qualsiasi popolo della Terra (a parte qualche tribù), arrivando ad avere sotto di sè, 7 miliardi di consumatori e produttori, lanciati verso la crescita infinita.



Il Lord

Più potente di qualsiasi droga, il Meccanismo è riuscito ad entrare nella testa degli uomini, dal più potente al più povero, condizionandone completamente l'esistenza (a parte rari casi).
Il Sistema è diventato il vero padrone del nostro mondo e colui che detta i ritmi della Globalizzazione. Per quanto uno possa essere miliardario e potente, finisce inevitabilmente per essere schiavo del modello, in quanto non esiste un limite, una soglia in cui uno possa definirsi soddisfatto (l'invidia, come vedremo, gioca pesante sotto questo aspetto).
Le elites al potere sono ovviamente quelle più schiavizzate e indottrinate: infatti non fanno altro che ripetere il dogma: bisogna crescere, va alimentata la crescita, i consumi devono aumentare per far aumentare la produzione e così via dicendo. Oltre a non esserci limiti e a non bastare mai, bisogna addirittura accelerare con nuovi lavori, nuovi prodotti, nuovi consumi e nuovi profitti.
Questo ha generato tutta una serie di problemi e zone d'ombra fin dall'alba della Modernità. All'inizio le conseguenze spiacevoli vennero sottovalutate. Ma ora, mentre le crisi si moltiplicano e si alimentano l'una con l'altra, la sensazione di essere finiti in una trappola comincia a serpeggiare anche nei piani alti, dove di norma dovrebbe regnare l'iper-ottimismo.

L'ironia della storia: da creatori siamo passati ad essere schiavi della nostra invenzione. Con conseguenze alquanto spiacevoli...

Edward Green

Giovedì Prossimo: Chapter II - Segnali Inquietanti


martedì 11 febbraio 2014

TAVOLA CALDA: La musica come flusso di coscienza


Intervista all’ Ordine Naturale Delle Cose

Partiamo da un presupposto: non sempre quello che ci passa per la testa può essere facilmente espresso. E’ risaputo, infatti, che i pensieri non seguono una logica ma si accavallano in continuazione. La letteratura tenta di esorcizzare questa tendenza usando la tecnica del flusso di coscienza, che si rivela un’impresa molto complessa. 

Bisognerebbe lasciare scorrere i pensieri nel loro ordine naturale, sicuri del fatto che raggiungeranno presto una consistenza perché lasciati liberi di andare.

C’è un gruppo di Parma, L’Ordine Naturale Delle Cose, che tenta di mettere in atto questo processo attraverso un ep omonimo che riconduce ad un progetto di fusione del noise rock con lo spoken word.

A loro la parola!







L’Ordine Naturale Delle Cose sembra il titolo di un saggio di filosofia. A cosa è dovuta la scelta di questo nome?
Nessun legame con la filosofia, il nome ci piaceva e in più descrive il nostro modo di affrontare/ scrivere i pezzi. Partendo da un’idea li lasciamo liberi di evolversi senza volerli inserire all’interno di un genere.

Con il vostro progetto volete comunicare un messaggio, un’emozione?
Crediamo che qualunque brano comunichi qualcosa a chi lo ascolta poi, se questo qualcosa, coincide con la nostra idea del pezzo tanto meglio. Non ci sentiamo però portatori di messaggi universali.

Che cosa vi ha spinto ha formare questo gruppo? Da che background provenite?
Suonavamo assieme in un altro progetto che però non ci convinceva molto (anche se da subito ci siamo trovati molto bene a suonare assieme). È stato l’ordine naturale delle cose a portare a un cambio di formazione e a quel che siamo ora. Per quanto riguarda la formazione dei singoli si può dire che abbiamo tutti formazioni diverse ma tutti ci ritroviamo nella musica che facciamo assieme.

Avete dei musicisti di riferimento? Ha senso collocarsi ancora in un genere musicale?
Non crediamo abbia senso collocarsi in un genere musicale, detto molto sinceramente troviamo molto limitante il doversi sentire parte di un genere musicale! Non ci poniamo limiti al momento, anche perché ci piace sperimentare, ovviamente l’importante è che i pezzi ci convincano.

Cosa vi ispira nella scrittura dei testi?
I nostri testi nascono da tutto ciò che ci accade nell’arco della giornata, dalla lettura di un libro fino ai fatti quotidiani o qualsiasi altra cosa, detto ciò non per forza devono essere storie o fatti accaduti realmente.

L’arte serve per superare le proprie angosce o, al contrario, si serve di queste per vivere e per creare?          
Dite la verità: questa domanda ve l’ha suggerita Marzullo?! Quello che possiamo dire noi nel nostro piccolo è che arte e questi stati d’animo s’influenzano a vicenda. C’è chi se ne serve per superare le angosce, c’è chi crea attraverso queste. Rimane che se togliamo uno dei due elementi tutto si trasforma in qualcosa di più freddo.

Ispirandomi alla canzone In punta di piedi contenuta nell’ep, vi chiedo quali siano i vostri desideri.
Per il momento il nostro desiderio più grande è senz’altro quello di poter suonare (che è la cosa che più di tutte ci fa stare bene) e portare in più posti possibili la nostra musica.

Qual è il sentimento con cui vivete questa vostra esperienza musicale? Predomina l’ansia, l’entusiasmo o un misto di entrambi?
Siamo molto felici del nostro progetto quindi direi che domina l’entusiasmo, considerando la velocità con cui siamo arrivati alla realizzazione di questo EP per il momento ci sentiamo abbastanza soddisfatti.


Si dice che una canzone non può cambiare il mondo ma almeno può cambiare una persona. Voi cosa ne pensate?
Pensiamo sia molto difficile che addirittura possa cambiare le persone. Sicuramente può cambiare la giornata e l’umore di una persona. Crediamo che non sia comunque una cosa da poco, non sarebbe male arrivare a questo con la nostra musica!

 Dopo questo Ep c’è qualcos’altro in cantiere?
In questo momento vogliamo portare in giro il nostro EP il più possibile ma al tempo stesso stiamo lavorando su nuovi pezzi che più avanti (per il momento non sappiamo quando) saranno presenti su un nostro nuovo lavoro!


Occidente

FENOMENI DA BARACCONE: Nel paese dei Bamboccioni



 A proposito di Bamboccioni!

ero in quarta e quinta superiore, poco importa,  ricordo però che erano tempi non sospetti circa il fenomeno “bamboccioni”, o almeno non sospetti per me, dato che allora di uscire di casa m’importava poco.

Per chi non avesse chiaro il concetto di “Bamboccioni”, ecco la spiegazione fornita da Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Parasite_single#Italia) :

Bamboccioni/Parasite single: In Italia il fenomeno del parasite single è noto con il termine bamboccione, coniato nel 2007 dall'allora Ministro dell'Economia e delle Finanze Tommaso Padoa-Schioppa per definire i giovani che restano con i genitori, non si sposano e non diventano autonomi.

Fatto sta, che all’epoca fu associato alla nostra classe un ragazzo francese, in Erasmus a Milano e che per arrotondare qualche euro, veniva da noi a fare un ora di conversazione in madrelingua,  per un giorno o due a settimana .
 Durante una di queste ore, il ragazzo francese dopo i soliti commenti classici sulle bellezze italiane, la pizza e il mandolino, commentò sorpreso ed indignato di come fossero molli e pigri i ragazzi italiani. Diceva che le nostre madri ci coccolavano troppo,  che ci compravano ancora i vestiti che indossavamo. Si  chiedeva come fosse possibile che molti  ragazzi a 24 o 25 anni, vivessero a casa con i genitori, mentre lui già a18 anni viveva da solo con altri amici e studenti. “Negli altri paesi non è cosi” diceva il ragazzo francese “vous êtes trop choyé / siete troppo coccolati”.

 Quel commento indignò il mio ego patriottico “saremo troppo coccolati, ma per lo meno ci laviamo i capelli, francese dalla chioma unta!”, pensavo tra me e me.

In realtà poi negli anni ho meditato a lungo intorno a quel commento. Quanto ci fa comodo essere coccolati? E fin dove sono realmente limitate  le nostre possibilità?
 Io ho 26 anni, lavoro, m’impegno in tante cose e vivo ancora con i miei genitori. La mia idea d’indipendenza, non è legata ad un concetto di tradizione, di codici comportamentali del tipo “ ad un certo punto uno deve uscire fuori di casa” oppure “ad un certo punto devi sposarti, devi fare dei figli”. La mia idea d’indipendenza è legata ad un concetto di tappe evolutive naturali affinché un essere vivente possa crescere ed evolversi.  Ma tutte queste tappe evolutive per una serie di svariati motivi, oggi non ci sono del tutto concesse, se non in lunghi periodi posticipati.
Spesso mi chiedo: la mia è una generazione senza spina dorsale? schizzinosa, poco umile, terrorizzata e che ha paura di rischiare?

Un volta frequentavo un ragazzo, la cui madre al mattino prima di andare a lavoro staccava il citofono del loro appartamento, affinchè il suo pargolo di 28 anni potesse dormire indisturbato. Il Pargolo , lavorava si e no due giorni a settimana, non studiava e si faceva scarrozzare in giro perché non gli piaceva molto guidare. E così un giorno "mi scarrozzai via" a gambe levate. Casi limiti ovvio, era giusto per sdrammatizzare un po’.

Non si possono sancire  del tutto le cause del BAMBOCCISMO, che ci vede leader indiscussi rispetto agli altri paesi d’Europa. Ma di sicuro possiamo farci un esame di coscienza, cercando di non mentire almeno  a noi stessi.

Quindi domandati: Ci stai davvero provando?

Qualunque sia la vostra risposta, ricordatevi, che la forza e l’energia  che abbiamo adesso a vent’anni è una forza che dobbiamo usare ora! Perciò osiamo! Perché di fronte alla nostra vita tutto  il resto diventa una scusa.

Altrimenti ,continuiamo indisturbati a costruire castelli in aria … o letti a castello!


Barnum