sabato 1 febbraio 2014

FASCISTI OVUNQUE...


Ogni volta che si osserva la politica italiana, non si può non rimanere basiti dalle polemiche, stili e accuse di stampo antico che emergono fra i vari partiti in campo. Ma in particolare, all'alba del 2014, è la sempiterna accusa di "fascismo" e "fascisti", utilizzata a caso, che lascia perplessi e tremendamente annoiati. Come se in Italia, per certa gente, il passato fosse ancora presente. Come se fossimo rimasti negli anni 70. Come se fossimo circondati da milioni di fascisti.
A farne le spese stavolta sono i rappresentanti del Movimento 5 Stelle, che nel giro di poche ore si sono visti appioppare a più riprese l'accusa di essere "fascisti", "squadristi", ecc. Ad urlare le sacre accuse in nome della sacra repubblica, sono stati ovviamente i radical chic di sinistra schierati come una batteria di fuoco sul quotidiano "La Repubblica" e sull'Huffingtonpost. 
Così troviamo articoli roboanti come "Caos M5S: Partigiani o Fascisti", "I partigiani del terzo millennio" o "Tumulti alla camera: vi spiego perchè Grillo e i 5Stelle sono molto peggio di Berlusconi e del Berlusconismo" fino ad arrivare al grottesco articolo di Odifreddi, "Fascismo a cinque stelle", dove viene addirittura invocato il reato di apologia di fascismo per i grillini, dimostrando come al solito di non aver capito niente di quel reato.
Tutte queste accuse non sono affatto una novità in politica, fin dagli esordi della repubblica. Ma se diversi decenni fa, in certi casi, la cosa poteva avere un senso, specialmente nei confronti dei neofascisti (che si definivano tali), negli ultimi tempi tali attacchi sono diventati sempre più ridicoli e strumentali, tanto che sono stati invocati contro tutti e tutto, in una girandola che ha colpito anche gente diversissima fra loro; si va da Montanelli, alla Lega Nord, a Berlusconi, a membri della Dc, a Craxi, allo Stato, alla Polizia, a certa media mainstream, fino ad arrivare oggi ai deputati dell'M5S. In poche parole quasi tutti gli avversari di una certa sinistra borghesuccia e salottiera.
Una sinistra, che con il suo sconsiderato uso del termine "fascista", non si è accorta di averlo depotenziato fino a renderlo innocuo. O addirittura controproducente, in quanto portatore di un'immagine antiquata, di parte e soprattutto fuori dalla realtà. Non si è accorta che quel termine, usato in modo becero e idiota, non fa più presa negli italiani, non li fa più schierare compatti indignati e soprattutto non delegittima in modo adeguato gli avversari. 
Ovviamente a rincarare la dose, in questo gioco antico, ci si mette anche Grillo con i suoi deliri sulla "Nuova Resistenza" e su gli eredi dei "Partigiani", facendo così il gioco dei suoi accusatori. A quanto pare in questa nazione nessuno riesce a stare al suo posto o ad evitare di usare la storia come clava per "picchiare" gli avversari.

Uno dei pochi articoli decenti sugli eventi di questi giorni è quello di Salvatore Cannavò*, che è riuscito a fare una sintesi abbastanza decente delle parti in campo. E per quelli che si sono stupiti del caos alle camere, riporto questo passo del libro "Governopoli"**: 

"" In occasione dell’approvazione al Senato della cosiddetta legge truffa nel marzo del 1953: dopo 70 ore di seduta ci fu una rissa di 40 minuti che vide Sandro Pertini rivolgersi al presidente Meuccio Runi con un "Lei non è un presidente, è una carogna! Un porco!". Sempre nella stessa seduta, il senatore Elio Spano (Pci) affrontò a muso duro il giovane sottosegretario Giulio Andreotti, che in quel momento aveva in testa il cestino della carta per proteggersi dagli oggetti che piovevano dai banchi della sinistra, urlandogli: "Dopo il voto avrete un nuovo Piazzale Loreto!" ""

Per non parlare degli altri innumerevoli episodi successi in tutti questi anni, dai cassetti, ai giornali e sputi che volavano da tutte le parti, fino all'indimenticabile spumante e mortadella durante la caduta del governo Prodi nel 2008.





In un paese serio con giornali seri e una politica decente, il dibattito sarebbe stato tutto incentrato sulla questione della Banca d'Italia e le gravissime accuse mosse da più parti***. Invece si è preferito darsi come al solito al sensazionalismo e alla becera propaganda. Da cui ci guadagna uno solo: Silvio Berlusconi.

Edward Green

 Foto pubblicata  dal quotidiano il "Giorno" ed è tratta dal film "scemo di guerra" di Dino Risi



** http://goo.gl/wwFdj6 (Pagherei oro per avere una foto di Giulio Andreotti con il cestino in testa)


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