venerdì 25 luglio 2014

Cinema VERO: L'ultimo uomo della Terra


Eccoci alla seconda puntata della nostra rubrica "Cinema Vero".
Oggi torniamo ancora indietro nel tempo di diversi annetti, e precisamente al 1964. Siamo in Italia e per la regia di Umberto Rabona esce il fanta-horror "L'ultimo uomo della terra", protagonista Vincent Price. Me lo sono guardato per una sola ottima ragione: è la prima riduzione cinematografica del capolavoro di Richard Matheson "Io sono leggenda". 

Una riga vuota la lascio pietosamente anzichè tirare in ballo Will Smith e l'ultima riduzione (neanche remake, pretendevano proprio di rifarlo da capo ...) di qualche anno fa.
Parlando di cose serie, prima ancora del film, la lettura del romanzo è qualcosa di assolutamente consigliato, a chiunque. Considerato un eccellente lavoro nel suo genere (la fantascienza, sostanzialmente, con ampi spunti ripresi in pellicole horror successive), a mio parere il romanzo interpreta alla perfezione tuta una serie di temi esistenziali della nostra società che negli anni '50 erano appena accennati. L'abbandono, la solitudine, il (non)senso dell'esistenza, il terrore che ciò che viviamo sia travolto da un giorno all'altro. Temi mai passati di moda e, a mio parere, messi in pagina in modo eccellente, che passa agilmente dall'azione all'introspezione.
Ottimo materiale per farci un film. Almeno nel passato.
Siamo nel 1964, e la produzione viene la luce, per l'appunto in Italia. Non sono uno storico di genere ma potete dilettarvi con Wikipedia per le voci che si raccontano sulla genesi del film, e l'affidamente del ruolo del regista. In ogni caso questo è girato a Roma, con scene in esterni in loco, e il protagonista è Vincent Price, stella del genere horror di allora, che ricordiamo al lavoro con Tim Burton (di cui naturalmente era un mito
d'infanzia) in anni recenti.
Già questo paio di righe sfatano una lunga serie di leggende urbane degli ultimi anni: non si possono girare horror in Italia, non gli si può dare la credibilità dell'ambientazione (forse che sia dovuta alla cartellonistica stradale americana?), non c'è qui il budget per un film credibile fantascientifico o horror di un certo tipo.
Naturalmente sono puttanate. Come ormai un pò tutti sanno, l'incipit della storia è un mondo disabitato eccettuato per un ultimo superstite della razza umana, costretto a passare i suoi giorni nel tentativo di sopravvivere massacrando quanti più possibili dei suoi consanguinei, tramutati in mostri succhiasangue da un misteriosa epidemia, che li fa oltretutto cadere in uno stato pseudo catatonico di giorno per poi rianimarsi di notte per cercare nutrimento. La messa in scena di tutto questo è notevole ed eseguita con professionalità, e nonostante il bianco e nero e l'evidenza del fatto che la ricostruzione del futuro "post"-apocalittico è stata eseguita negli anni '60, il risultato è decisamente credibile e d'atmosfera. Niente si perde se nella città distrutta si intravedono il Foro Italico, l'EUR oppure qualche 600 di quegli anni. Sulla scena si muove Vincent Price ed è la voce del suo personaggio a guidarci nella storia. 
Al contrario del presunto remake con il principe di Bel air (basta, non lo nominerò più: ricordo invece l'esistenza di altri due remake, come segnalato anche su Wikipedia) la storia segue la trama del libro in tutti i suoi punti essenziali. Soprattutto, del libro è riportato il tratto essenziale del dramma esistenziale, magistralmente raccontato in diverse scene. La cupezza del racconto viene perfettamente resa con l'aggiunta, nella versione cinematografica, di un paio di spezzoni decisamente horror, perfettamente riusciti.
Il finale non ripercorre scena per scena il libro. Ma l'opera è confezionata davvero con arte, e tale modifica lascia spazio a discussione semmai (secondo me) piuttosto che dimostrare di aver usato il nome di un romanzo di fantascienza famoso per pure questioni di marketing (come nell'innominabile film recente).
Penso ci sia poco da aggiungere a questo punto. Il film è ottimo visivamente, la colonna sonora è intensa, la vicenda drammatica nel vero senso del termine, le interpretazioni eccellenti.
Poco da aggiungere se non che di questa arte del cinema poco è rimasto. Ma quella che c'è stata è molto consigliata.

Toe Cutter


lunedì 21 luglio 2014

TAVOLA CALDA - The Academy: Meaning Of Dance. Un’antologia di emozioni come album d’esordio


È vero, le energie vitali di ciascuno scorrono spesso indisturbate fregandosene dei vari limiti fisici e temporali.

Un modo per farle scorrere nella loro interezza è quello di incanalarle nella danza, atto primario di manifestazione della vita in movimento. Di pari passo con l’istinto la danza è uno dei pochi processi che avvengono in maniera spontanea in ciascun essere umano, attraverso cui la musica si trova, nel bene o nel male, a fare i conti. I The Academy ne esplorano il significato e le dedicano addirittura un album, il loro album d’esordio, Meaning Of Dance (etichetta Lademoto Records).

È un’indagine approfondita, compiuta attraverso una musica che sembra esplorare alla perfezione le sfaccettature del nostro animo, catalogate in dieci tracce che esplorano una vasta gamma di sentimenti. Luci, ombre, sfumature, toni grigi, umori variabili ed intercambiabili, lune storte, alti e bassi.

I protagonisti di questa esplorazione emotiva sono Gianluca Calligaris alla voce, chitarra e sintetizzatore Marco Seghene al basso, Alessio Gambarrota alla batteria e Vito Gelao alla chitarra e ai synth. Quattro ragazzi di Trieste, già all'attivo con una buona dose di esperienza nella scena underground. Sono una band musicalmente poliedrica e di questo fanno il loro punto di forza. Hanno un suono che ricorda i Depeche Mode, i The Killers e i The White Stripes ma che al tempo stesso si rigenera perché è una musica che viene da dentro, quindi, per forza, originale.

La struttura dell’album mette sul piatto un’ eco di musica dance, elettronica,  scolpita su una struttura new wave che agita, scuote, afferma e mette in evidenza i movimenti, a volte violenti, di una potenza incontenibile. La più grande lezione dagli anni ottanta. La voce, malinconica e struggente, è il suono efficace dei vari volteggi emotivi, i veri protagonisti.

Il potere della danza, come ci insegnano le tribù indigene, è un’arma a favore di un’eventuale liberazione, interiore oltre che esteriore, in quanto catalizzatrice di energie in grado di elevare chi lo desidera.

Occidente

INTERCEPTOR: oltre le più rosee aspettative

Con un paio di giorni di ritardo, eccomi a commentare la sentenza che Venerdì ha assolto il 4 volte primo ministro nonchè (ex) cavaliere del Lavoro, Berlusconi Silvio. Giusto perchè non si dica che ne parliamo solo quando lo condannano.
Naturalmente riprendo per solidarietà, nel titolo, la dichiarazione dell'avvocato Coppi, difensore dell'imputato (in foto: la prima strategia difensiva adottata, sfumata un annetto e qualcosa fa) che, a giudicare da queste parole, è stato colto dai giornalisti all'uscita del bar del tribunale, dove deve aver ecceduto nei brindisi dopo la sentenza.
In effetti, probabilmente per non infierire, nessuno gli ha chiesto, quando parlava di "sentenza oltre le più rosee aspettative", quali fossero in effetti le sue "rosee aspettative" per non parlare delle sue "aspettative".
La sentenza va oltre le mie, di "rosee aspettative", perchè scatena una ridda di grottesche reazioni a catena, mentre tutti giurano e spergiurano che reazioni non ne avrà. Ed è in effetti meglio dell'arrivo di qualcosa di inaspettato per vedere le cose migliori.
Nel PD lasciamo la parola al capo della banda, Lorenzo Cher .... pardon, Matteo Renzi, che annuncia solenne "avremmo proseguito con le riforme anche in caso di condanna". Nevvero Bomba? Dici che avresti proseguito anche se il tuo principale socio fosse atteso da tre anni e mezzo (grosso modo) di domiciliari, veri e UNO di carcere non riformabile? (per la prostituzione minorile: la stretta in merito è dovuta a Mara Carfagna, per la disperazione degli autori di teatro dell'assurdo, ormai superati).
Avreste davvero dato l'assenso per proporre al magistrato di sorveglianza la sede del PD a Roma, per i domiciliari, intendi? Purtroppo non lo saremo mai. Ma fare le riforme è bello e il PD tira un sospirone per la figuraccia scampata, nel dubbio. E perchè ora si può ricominciare a trattare come i fratelli scemi quelli di M5S (ammesso che si sia mai smesso...).
Nel (fu) PDL, tutto sommato direi che i sospiri di sollievo sono maggiori dei brontolii. Sì è vero, qualcuno sperava nell'intervento degli agenti di custodia per eliminare il capopartito e prenderne il posto, ma considerata la risma (ehm) dei membri tipici della banda, sia in FI che in NCD, ritengo ci sia molta più soddisfazione nell'avercelo ancora, un capo. Che peraltro è al riparo da condanne per un pò, ora (infatti B continua ad essere sotto processo per un numero inquietante di vicende, ma tanti i giornalisti italiani non ne parlano, salvo i soliti tre martiri, quindi?).
Altri? Non vedo tra i partiti altri casi specifici da menzionare, tutto procede un pò al solito. La politica italiana ha retto a un ex premier che parlava di omicidi con dei capimafia, e se lo è tenuto come Senatore a vita (!!!) per un sacco di anni. Di un ex premier puttaniere, c'è poco da dire.
Della schiatta giornalistica italica, un velo pietoso (citiamo però almeno uno dei tre martiri di qui sopra: Marco Lillo di IFQ, l'unico ad aver anticipato nel merito giuridico la sentenza, per questo misteriosamente accusato di ogni dietrologia da "Libero" e altri. Mah). Come ad ogni sentenza, nelle discussioni ho esaurito rapidamente i "non è vero" e i "non è così", dato che la quantità di palle sparate e interpretazioni fuorvianti (a volte nella stessa pagina di cronache eccellenti, il quotidiano principe di questi capolavori di arte moderna è il Corriere della Sera) è come sempre esorbitante.
E poi? Beh vale la pena di citare la ridda di interpretazioni giuridiche uscite in questi due giorni. Purtroppo ci si dimentica che senza le motivazioni, POTREBBE darsi che qualcuno ha interpretato correttamente il pensiero dei giudici. Come anche no. Servono 90 giorni per le motivazioni. Forse era meglio ricordare agli
italiani (anche se non gli interessa troppo, pare) cosa è certo in questa vicenda.
Siccome poi io me ne sono stufato da un pò, lascio perdere, e ricordo qualche "certezza" riguardo il principale imputato: fa politica da 20 anni in totale conflitto di interessi, ha cacciato da "Il Giornale" Montanelli, ha nove (NOVE) prescrizioni sul gobbo e un grande amico e puridecennale socio IN CARCERE PER MAFIA.
Ah scusate: costui è anche il principale socio nelle riforme istituzionali del premier attuale, Matteo Renzi. entrare nel merito della loro riforma va oltre gli scopi di questo articolo, ma chiunque non senta una lieve puzza di bruciato può dare un'occhiata e verificare che, in effetti, brucia tutto.

Detto questo, scsuate, ci si può veramente soffermare ad analizzare nel dettaglio cosa dicono la maggioranza dei politici e dei giornali, ultimamente? (ultimamente non negli ultimi tre giorni, ma quantomeno negli ultimi sei mesi).
Dubbi, forti dubbi. Ora finiamola col teatrino, al momento nel momento stanno succedendo molte cose molto più importanti.

Buona vita sudditi!
Toe Cutter