Chi si batte per le questioni di principio, ovvero migliorare
la quotidianità di ogni singolo individuo, anche compiendo un atto estremamente concreto, come quello di abbattere le barriere architettoniche e lo fa con determinazione inserendo anche spunti
creativi, è da inserire nell’elenco delle rock star.
Iacopo Melio, studente e giornalista freelance,
attivista per i diritti dei disabili a pieno titolo, ha dato vita alla onlus Vorrei
prendere il treno, per garantire alle persone con disabilità un accesso
al mezzo di trasporto che, per eccellenza, dovrebbe essere privo di barriere architettoniche. Il tutto con il sorriso e la battuta pronta.
Ironia e vitalità, gli ingredienti migliori per cambiare le cose.
Perchè quelli, almeno, non conoscono barriere.
Vorrei prendere il
treno. Un’iniziativa dal nome eloquente, che lascia il segno. Puoi spiegare
come nasce e di cosa si occupa questo progetto?
Nasce da una mia risposta all'ex ministro dell'istruzione
Maria Chiara Carrozza, che scrisse su Twitter di essere in viaggio per Firenze
su un treno meraviglioso, e di prendere il treno come tutti. Così le risposi
facendole notare che i nostri treni purtroppo non sono quasi mai meravigliosi,
soprattutto per noi disabili che raramente troviamo attrezzati. Allora decisi
di prendere spunto da quello scambio di battute per scrivere un articolo sul
mio blog: "Sono single per forza, non piglio l'autobus!!" era il
titolo. Volevo parlare di barriere ma in maniera ironica e divertente, facendo
una sorta di appello alla politica affinché potessi prendere il treno non tanto
perché, in un Paese civile e democratico, dovrebbe essere un gesto scontato e
spontaneo, ma perché avevo voglia di viaggiare e innamorarmi su un mezzo
pubblico incontrando la ragazza dei miei sogni, come in un film. L'articolo
divenne virale e si creò una campagna mediatica spontanea... Tanto che ho
deciso di fondare una onlus dal nome appunto "Vorreiprendereiltreno"
con l'intento di sensibilizzare all'accessibilità.
Come fare per evitare
le eventuali strumentalizzazioni da parte del mondo politico?
Sono in pochi quelli disposti ad aiutare per niente. Credo
che se una persona ti aiuta in un progetto e porta a dei risultati concreti,
sia giusto anche dar loro il merito e il giusto "ritorno" (ad esempio
in visibilità). Il rischio di essere strumentalizzati a vuoto ovviamente è
sempre alto, ma se uno non avesse fiducia e si chiudesse a riccio, per difesa,
non combinerebbe sicuramente niente.
Che evoluzione pensi
possa avere questa iniziativa?
Sicuramente #vorreiprendereiltreno è un ottimo canale per
sensibilizzare. Siamo quasi a 1000.000 contatti social e abbiamo un'ottima
risonanza mediatica a livello nazionale. Se sfruttata questa visibilità in modo
positivo possiamo portare avanti dei progetti interessanti per abbattere
concretamente le barriere del territorio: ovviamente in questo le persone
devono essere completamente disponibili e partecipi, sostenendoci, tanto quanto
le amministrazioni.
In che modo è possibile
combattere il pregiudizio?
Semplicemente facendo vedere alle persone come stanno le
cose, facendoli cioè entrare in determinati "mondi", per comprendere.
La comprensione abbatte l'ignoranza, ed è solo da quest'ultima che nascono i
pregiudizi. Quando qualcuno "sa", allora riesce a trattare le cose
come devono essere trattate. Noi
di #vorreiprendereiltreno vogliamo parlare di disabilità nel
modo giusto, secondo il mio punto di vista: ironico, solare, divertente e spudoratamente
"normale". La compassione e la tristezza sono i peggiori
atteggiamenti che si possano adottare nei confronti della diversità, e quindi i
pregiudizi sarebbero in questo caso inevitabili.
Traccia un breve
ritratto di quello che sei, con i tuoi desideri e le tue aspirazioni.
Ho 23 anni e studio Scienze Politiche a Firenze, indirizzo in
"Comunicazione, Media e Giornalismo". Amo infatti l'arte ed ogni
forma di espressione, in particolare la fotografia e la scrittura. Quest'ultima
vorrei, in futuro, fosse anche il mio lavoro o almeno una parte di questo.
Spero infatti di poter avere un impiego, un domani, che mi permetta di aiutare
gli altri, che sia a livello sociale/politico o attraverso la comunicazione,
fungendo da megafono per chi non viene ascoltato.
Quali sono i tuoi punti
di riferimento culturali?
Musicalmente, ma soprattutto ideologicamente, i miei pilastri
sono De André e Guccini. Don Gallo e Peppino Impastato restano i miei punti di
riferimento per l'impegno civile e sociale, così come Falcone e Borsellino.
Pasolini e Bukowski, infine, per la cultura anticonformista e per un certo
anarchismo terreno.
Ci ha da poco lasciati
Franco Bomprezzi, scrittore, giornalista e attivista in prima linea per quanto
riguarda la questione della disabilità. Che ricordo hai di lui?
Franco è stato uno dei primissimi giornalisti ad aver parlato
di me e #vorreiprendereiltreno, e forse l'unico ad aver "disegnato un
quadro di me" assolutamente perfetto, comunicando cioè quello che ho
sempre voluto trasmettere o fosse trasmesso. Ho avuto l'onore di scambiare con
lui poche chiacchiere virtuali, ed è una delle cose che più mi fa male in vita
mia... Avevamo progettato infatti di conoscerci di persona e sono certo avremmo
potuto, insieme, realizzare tantissime cose meravigliose. Adesso non mi rimane
che il suo esempio, fondamentale, e la voglia di poter in futuro almeno
lontanamente avvicinarmi a ciò che lui è stato: un grande uomo, un immenso
giornalista, e uno straordinario lottatore. "A muso duro" Franco!
Stefano Sacchetti
(Occidente)
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