domenica 26 ottobre 2014

Tavola Calda: IL ROCK, L’ANIMA E LA SUA MUSICA. Uomini. i Ritmo Tribale, Edda e la scena musicale milanese. Il libro d’esordio di Elisa Russo



L’energia vitale si diffonde in diverse forme, ognuna di queste con un proprio scopo e in grado di comunicare con la parte più importante e profonda di chi si mette in connessione. La musica svolge indubbiamente un ruolo importante in questo processo.

Gli anni ottanta e novanta sono stati il periodo in cui il concetto di cultura underground ha assunto una risonanza globalizzata, esplosiva e liberatoria. La musica rock ha intercettato stati d’animo inquieti e spaesati ed ha offerto loro una nuova spinta, vitale ed energica.
Elisa Russo, giornalista ed ora anche scrittrice, è riuscita a riassumere questa atmosfera fibrillante nel suo romanzo d’esordio Uomini. I Ritmo Tribale, Edda e la scena musicale milanese, uscito il 2 ottobre 2014 per la casa editrice bolognese Odoya.

Un vero e proprio romanzo corale che descrive la nascita di una scena musicale affidata ai racconti in presa diretta da parte dei protagonisti, come in un documentario. <<Il libro si intitola Uomini, come una bellissima canzone dei Ritmo Tribale perché dentro ci sono le vite e le storie di questi uomini, non soltanto i loro percorsi musicali>> dice Elisa.

Vite a tutti gli effetti fuori dagli schemi, morse fino all’osso, lontane dai riflettori del politicamente corretto ma mai stereotipate secondo gli slogan urlati dalla propaganda più becera e datata.

Si parla del disagio di una generazione costretta a vivere in una metropoli post-industriale con i suoi chiaroscuri, il crollo delle ideologie, la nascita del movimento punk, l’esperienza a volte libertaria, altre volte dogmatica dei centri sociali, il movimento femminista ma soprattutto la voglia di incanalare il proprio disagio in una musica tagliente, adrenalinica ed essenziale. E, perché no, anche ironica.

Partendo da una panchina di piazza Sant’Eustorgio e arrivando alla sala prove di Villa Amantea si formerà il primo nucleo dei Ritmo Tribale che faranno da apripista ai vari gruppi che popoleranno il sottobosco underground degli anni a venire. E’ un periodo di gestazione che consegnerà alla musica i La Crus, i Casino Royale, gli Afterhours e molti altri. Attorno a questa scena si costituirà il Jungle Sound, un futuristico studio di registrazione rimasto attivo fino al 2009 che ha segnato con qualità inaspettate il timbro di diversi progetti musicali. Una scena che ha contribuito ad alimentare la poesia del rock degli anni novanta pur essendo già attiva da parecchio prima del 1991, anno in cui Nevermind dei Nirvana è salito in cima alle classifiche.

La narrazione tocca per forza di cose anche la biografia esistenziale di Stefano Edda Rampoldi, voce magica di quel periodo, in grado di intercettare l’anima di chi ascolta attraverso testi di poesia reale ed espressione dell’anima. È arrivato al suo terzo disco dopo il suo debutto da solista nel 2009, il disco più rock di tutti.

Un romanzo corale, si diceva, biografico, a cui sarebbe giusto aggiungere l’aggettivo epico, perché è proprio di epica che è composto il nucleo vitale del romanzo stesso. Si tratta dell’epica dell’esistenza di persone che hanno deciso di seguire un loro tipo di strada, con tutte le fatiche e gli errori che una scelta di questo genere può comportare, ma era la strada che la loro essenza gli ha dettato. Perché dare voce alla musica della propria interiorità scrivendo una poesia o fondando una rock band è pur sempre una questione essenziale ed esistenziale. 

Occidente

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