martedì 27 maggio 2014

INTERCEPTOR: I dolori del giovine Renzi

Nel commentare i risultati elettorali di questa tornata di elezioni europee partirei da un dato essenziale che, al solito, viene biecamente ignorato dall'inutile stampa italiana: ed è, in continuità con le politiche del 2013, l'estrema volatilità dell'elettorato. Fiaccata da lustri di potere berlusconiano, con annesso sbarramento mediatico costante contro qualsiasi ideologia (perchè Berlusconi non aveva idea di cosa fossero e a seconda dei momenti faceva i suoi comodi, piangendo per gli immigrati o per il pelatone di Predappio* ) la valenza ideologica dei partiti nostrani è ormai ridotta ai minimimi storici, e gli elettori si orientano per il meno peggio o meglio per chi al momento gli garba di più. Anche se gli studi dei flussi elettorali sono ancora in corso di faticosa gestazione, solo un totale deficiente negherebbe l'avvenuta transumanza del voto del mitico "ceto medio" dal (fu) PDL al PD renziano, a migliorare il sontuoso 41% ottenuto da costoro, che in realtà è un risultato rispettabile ma i paragoni storici sono assolutamente impropri; la bassa affluenza lo spiega molto di più, per l'affermazione "numerica" tout court si ricordi che in tempi non preistorici lo sgangheratissimo Ulivo di Prodi, nel 2006 veleggiava verso i 20 milioni di voti e di certo non aveva molti sostenitori a destra. Si dirà, erano elezioni politiche e le scenario era molto diverso. Vero, ma allora vale anche per queste di elezioni e meglio è commentarle senza troppi raffronti tirati per i capelli.
Si diceva del voto ideologico ormai morente in Italia: il dato è tanto più vero se si pensa che un voto para-ideologico nel resto d'Europa gode invece di ottima salute. Tutto il voto paternalmente definito euroscettico è perlopiù connotato da nazionalismi più o meno estremi che ideologici lo sono eccome.
In un certo senso è anche nazionalistico il voto a Syriza in Grecia che guida il fronte degli oppositori alla "grassa coalizione" PPE-PSE nel parlamento europeo (dell'aspetto fisico della Merkel si sa e pure Schulz ultimamente mi sembra in forma, non so cosa ne dite voi).
In Italia, invece, di questo tipo di formazioni, le tracce sono veramente vaghe. Meglio, come faceva notare in radio il collega Green, addirittura come in Spagna e in Irlanda sono decisamente avanti i partiti cosiddetti "proeuro", che andranno in Parlamento a calarsi le bragh ... pardon. A sbattere i pugni sul muro ** .
Era un partito ideologico Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, premiato dalla crescita rispetto alle politiche come numero di elettori, grazie alla qualità espressa in (un numero imbarazzantemente alto di) comparsate televisive, e dal quorum che gli si è schiantato sul muso. Ma almeno ci hanno provato e hanno parlato di Europa. Alle prossime politiche, il buio.
Era un  partito para-ideologico la lega, solo giusto un filo monotematico. Ha vinto. Alle prossime politiche, soliti tarallucci e vino con Silvio, e via.
Era un movimento ideologico la lista Tsipras, anch'essa premiata dalla qualità e dall'europeismo dei discorsi...e infatti hanno centrato il quorum per miracolo. Unico leader politico dell'attuale parlamento (minuscola voluta) coinvolto con loro, Nichi Vendola, il cui commento alle elezioni potete
Dal minuto 1:30 in poi, il comunista(??) pugliese si scioglie in un profluvio di lodi al cambiamento (???) di Renzi, con cui bisogna "aprire un dialogo". Detto da uno che ha proposto inviare i tre eletti della lista Tsipras italiani al PSE, e tenere il sacco per AngHela Merkel. Poi uno si domanda come mai il voto ideologico in Italia non regge. (Ho meditato di inserire qui una riflessione sul comunista (??) pugliese, ma poteva essere
lunga come il resto dell'articolo, soprassediamo e rinviamo ad esempio alla prossima vertenza sulla questione Ilva). Sulle prossime politiche per Tsipras, beh in Grecia sta andando in bene, in Italia evitiamo previsioni per carità di patria comunista.
Era un partito ideologico ... ehm ... no basta ... levate le macerie dei partiti sotto l'uno percento, rimangono:
NCD - mi avvalgo della facoltà di non rispondere.
M5S - gli sconfitti!!! ma proprio nessuno ci ha pensato che erano elezioni europee, quindi l'affluenza scendeva (è scesa di brutto) ed era dura pescare ancora dalla gigantesca riserva dei delusi? Boh. Dico questo: un movimento forte non lo si vede quando va oltre i risultati, ma quando va sotto, e deve reagire.
Se il movimento avrà un senso per la politica nei prossimi anni, lo scopriremo nelle prossime settimane e mesi.
FI - regge ancora clamorosamente. Ma nessuno lo dice. Sta lì zitta, con pochi voti ma potere di ricatto ancora pressochè intatto.

Infine il trionfatore Renzi. Trionfatore? Ripeto, tanti voti anche numericamente, ma non un seggio in più alla camera o al senato (minuscole eternamente bannate per questi termini). E i gonzi del PD faranno meglio a ricordarlo: le prossime elezioni saranno DIVERSE. La bassa affluenza potrebbe non essere più così bassa e non ci saranno più ottanta euro mensili letteralmente rapinati al bilancio statale da mettere sul piatto: e questi ultimi sono per me il motivo principale che gli ha permesso di far man bassa di voti di indecisi.
Ma per oggi, ahimè, mi tocca vedere il solito orrido spettacolo della corsa ad aiutare il vincitore, eterno sport italico. E ragazzi, vorrei aggiungere: ok gli altri politici, col comunista pugliese (ehi, guarda che i greci non son troppo fuori mano, occhio ...) in testa. Ok i giornalisti in cerca di una sponda.
Ma di entusiasti di Renzi, felici della vittoria delle sue marchette, vedo anche fin troppa gente comune. E qui sì mi preoccupo.

Buona vita sudditi!

Toe Cutter





* per chi se lo fosse perso: pelatone di Predappio

** https://www.youtube.com/watch?v=B_BsiV3BhMk#t=1589 minuto 26:30 circa

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