L’immaginazione ha il potere di
curare. Da semplice affermazione diventa un dato di fatto.
Alejandro Jodorowsky ha adottato questa frase come mantra
quotidiano, come convinzione alla base di una ragione di vita.
Ci vorrebbe un’intera
enciclopedia oppure svariate etichette per catalogare l’attività di Jodo, come
lo chiamano i fans. Attore/autore teatrale, mimo, regista, scrittore,
sceneggiatore di fumetti, psicomago, lettore di tarocchi, Jodorowsky non si
pone limite, perché sa che l’esistenza del limite è il segno che dimostra le
infinite possibilità di un essere umano in ricerca.
Nato a Tocopilla, vicino a
Santiago del Cile, cresce e assorbe la vitalità creativa del Cile degli anni
quaranta, immune dalle tragedie della seconda guerra mondiale ma impreparato al
prorompere della dittatura dei decenni successivi.
<< Avevo un padre ateo e
stalinista che, quando avevo 4 anni, mi disse: “non esiste aldilà, si muore, si
diventa polvere ed è tutto!”. Non avevo un’aspirina metafisica per accettare la
morte e la vita>>.
La ricerca di questa aspirina
metafisica avviene inizialmente con il teatro, per sfogare i suoi impulsi creativi.
Inizia con i burattini, salvo poi diventare un clown.
La vera folgorazione avviene con
il movimento surrealista, che lo porta a realizzare spettacoli teatrali
destrutturati dalla logica per mettere in atto le vicende dell’inconscio.
La sua ricerca artistica prosegue
di pari passo con quella interiore: attraversa il taoismo, il confucianesimo,
lo zen, il buddismo fino ad arrivare ai guaritori popolari. Film come El Topo o La Montagna Sacra sono veri e propri viaggi iniziatici in cui i
generi western o avventuroso diventano solo un pretesto per trascendere la
realtà.
Ed è proprio grazie ai guaritori
popolari che riesce a mettere a fuoco la concezione che lo porterà a trovare la
pace interiore e successivamente a diffonderla: la spettacolarità della guarigione.
Il guaritore, infatti, dà vita ad un vero e proprio atto teatrale in grado di
scalfire la psicologia del paziente che gli si affida, guarendolo dalle proprie
nevrosi, “per miracolo”.
Grazie
alla creatività, Alejandro Jodorowsky inventa, o meglio, svela, la
psicomagia, come un vero e proprio sciamano post-moderno.
La
Psicomagia è una pratica teatrale/terapeutica con lo scopo di liberare il
paziente dalle ansie derivanti da conflitti interiori incastonati in
questioni irrisolte nell'albero genealogico. La pratica
consiste nel simulare una nuova rinascita attraverso un gesto teatrale.
Jodorowsky,
dopo un’analisi del vissuto del paziente, gli propone un atto teatrale
appositamente assurdo e fuori dalle misure della mente razionale in modo tale
da creare nel soggetto uno squilibro emotivo che gli rompa gli schemi mentali
che sostengono le paure. Incolla, ad esempio, due monete alla suola delle
scarpe di una persona con problemi finanziari in modo tale che il paziente, sentendo il rumore delle monete mentre cammina, si libera
dalla nevrosi del problema economico.
<<Nella
psicoanalisi tradizionale si tenta di decifrare con il linguaggio corrente i
messaggi inviati dall'inconscio. Io agisco al contrario, ossia invio messaggi
all'inconscio utilizzando il linguaggio simbolico che gli è proprio>>.
Perché
l’arte non ha solo il compito di parlare dell’inconscio ma possiede anche quello sovvertirlo per dargli una nuova vita.
Occidente
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