domenica 1 giugno 2014

TAVOLA CALDA: Da malato a guaritore, la storia di Mario dalla Torre






Attenzione, stiamo entrando in un’area mistica.


Certe volte si incappa in storie umane che non possono non essere raccontate.

Questo articolo può suscitare alcuni dubbi: << Ma è tutto vero? Siamo sicuri che sia così?>>. Poco importa trovare una risposta assoluta quando ci si trova davanti ai fatti. 

Qualche settimana fa ho assistito ad una conferenza al Centro Olistico su un’esperienza di risveglio dal coma. Il relatore  si chiama Mario Dalla Torre ed è un vero  e proprio portatore di pace. Faceva il grafico a Milano fino al 1990, poi, dopo un brutto incidente, si è trovato in coma, è uscito dal corpo, scoprendo uno stato di estrema beatitudine. Ha iniziato così un cammino che lo ha portato ad essere un guaritore bioenergetico/spirituale, ovvero una persona che operando sulle energie sottili, porta ad una presa di coscienza vera e propria  da cui scaturisce la guarigione del paziente che gli si affida.
Non serve credere o meno, ascoltare è sufficiente. 

La parola a Mario.

 Incomincio con una domanda di rito: te la senti di ripercorrere a parole la tua esperienza?
 Un nebbioso pomeriggio di novembre, ebbi un grave incidente stradale che avrebbe in seguito cambiato profondamente la mia esistenza in questa vita.
Evidentemente doveva accadere. Tutto era pronto perché questo potesse succedere.
Più avanti avrei compreso che tutti gli anni precedentemente vissuti e tutte le esperienze pregresse erano semplicemente un lungo periodo di apprendistato, di preparazione durato ben trentacinque anni, propedeutico al grande evento: al momento del grande cambiamento, alla fase numero due della mia esperienza terrena.
Un tremendo impatto frontale tra due auto e accadde il nulla, ovvero il Tutto.
Il mio corpo fisico venne impietosamente massacrato tra le lamiere delle mia vettura, ed entrai in coma profondo.
 Mi trovai improvvisamente in viaggio ad una velocità vertiginosa. O meglio, la sensazione era di essere fermo e che tutto mi venisse incontro. Come quando viaggiamo in treno e abbiamo l’impressione di essere immobili e che sia tutto il paesaggio a sfilarci accanto.
In realtà tutto scorreva intorno a me, di lato, di sopra e di sotto.
Erano tutte immagini della mia vita, senza ordine cronologico, come mescolate alla rinfusa. Un filmato senza capo né coda, come fosse creato da un regista apparentemente pazzo.
 Mi veniva incontro con la dirompenza di un acquazzone,  eppure, di questa cascata, riuscivo a coglierne ogni goccia, ogni dettaglio, tutte le sfumature.
Riconoscevo tutte le situazioni, le collocavo istantaneamente nel loro giusto spazio-tempo.
E comprendevo il loro vero significato. Mi era chiaro il senso profondo degli accadimenti, provavo un’intensa emozione, ma non nostalgia.
Mi appariva tutto come una sorta di storia d’amore. Non v’era nulla di stonato, di fuori posto, in quei frammenti di vita trascorsa. Niente che avrei desiderato cambiare.
Intuivo la trama sottile che univa tutte le situazioni e ne sperimentavo la bellezza della sublime regia.
Non ho idea di quanto tempo sia durata questa meravigliosa esperienza di fulminea rivisitazione della mia esistenza.
Subito dopo ebbi la chiara percezione che i miei sensi si stessero dilatando, andassero espandendosi smisuratamente, come per far entrare sensazioni sconosciute e mi sentii contemporaneamente pervaso da qualcosa che è impossibile descrivere: uno stato di essere che è completamente inesprimibile.
Le emozioni che normalmente sperimentiamo. come la rabbia, il dolore, la gioia, scomparvero completamente e irruppe, avvolgendomi, una grande, immensa e indefinibile sensazione di amore.
Fui immerso in uno sconfinato senso di pace, di benessere, di felicità, di amore incredibile.
Un amore come mai l’ho conosciuto, un amore ‘universale’, come se sperimentassi l’infinito, la percezione di entrare in ogni cosa, in tutto ciò che esiste. Sentivo che tutto era ‘intero’, in assoluta armonia; che non esisteva separazione.
Per la prima volta in vita mia mi sentii amato in una maniera spaventosamente profonda, tale da avere l’impressione che tutto ciò che esisteva non fosse nient’altro che amore.
Non ci sono parole che possano minimamente descrivere questa esperienza. Tutto ciò fu semplicemente e totalmente indescrivibile.
Fu come un profondo abbraccio d’amore con l’Universo, una viscerale connessione con il Tutto, con Tutto Ciò Che è’, una meravigliosa consapevolezza di sentirmi Uno e Tutto. Sentii che, sicuramente in sincronicità con lo schianto stradale, ero uscito dal mio corpo fisico e abbandonando quell’involucro inanimato, ho varcato quel confine invisibile che portava dall’Altra Parte”.
 Ma chi è che va dall’altra parte? Io? E chi è quel corpo esanime nell’abitacolo contorto? Sicuramente ancora io. Ma ora sono senza corpo, finalmente sono ciò che sono veramente.
Pura coscienza. Pura essenza. Puro spirito. Ero in una situazione di spazio-tempo al di là di tutto quello che conosciamo e sperimentiamo con i nostri limitati ed illusori cinque sensi fisici.
Non era un luogo. Non c’era niente. Ma non mancava niente.
Non c’era bisogno di niente. Era pura assenza di bisogni.
E io c’ero. Sapevo di essere li. Sapevo di essere io. Non avevo il corpo. Non avevo bisogno del corpo. Ero niente, o ero Tutto? Non mi chiedevo dove fosse il mio corpo. Ero assenza di domande.
Come potrei descrivere questa condizione?
Non si può descrivere. Fa parte di qualcos’altro, di un altro mondo. Ero consapevole di essere all’infuori del mio corpo. Una meravigliosa esperienza atemporale e al di là dello spazio
 Quello che noi indichiamo come qui, laggiù, sopra, sotto, era semplicemente un ‘ovunque’ e l’adesso, il prima, il dopo, era diventato un ‘sempre.
Sì, dissolti gli istanti e gli spazi, avevo la meravigliosa percezione di essere nel ‘sempre e ovunque’. O meglio, il ‘sempre e ovunque’ ero io. E sentivo che ero dappertutto nello stesso istante. Non si può comprenderlo con le parole.
 Percepivo una Chiarezza (non la chiamerei luce, era molto di più), una chiarezza che era sì una sorta di piacevolissima luminosità, ma che era anche una chiara comprensione di tutto (ma non vi so spiegare cosa significhi quel tutto).
Questa luminosità era come un Pensiero, una Mente che pensava a me con amore.
Mi comunicava che tutto è amore.
 Contemporaneamente avvertivo un odore, un profumo. Ma non era né odore, né profumo. Non era qualcosa che si può banalmente sperimentare con l’olfatto.
Era qualcosa di gradevolissimo che permeava tutto, ma che con il nostro corpo fisico non potremmo mai sperimentare.
E ancora,  allo stesso tempo,  ero pervaso da una sensazione di Amore profondissimo, incommensurabile, continuo, consapevole, ininterrotto.
Ma tutto quello che è ancora più difficile da trasmettere è che questa Comprensione Luminosa, questo Profumo Consapevole e questo Amore Compassionevole, erano semplicemente la stessa cosa, un’unica cosa.
Immensa, infinita, inspiegabile, impronunciabile: un orgasmo cosmico.
Ed è in questa situazione di straordinaria beatitudine che rincontro mia nonna, morta ormai da più di 30 anni.
La sentivo e percepivo avvicinarsi a me (ma io dov’ero?). Non aveva un viso né un corpo, ma io la vedevo.
Mi sorrideva, mi abbracciava e io mi sentivo profondamente amato. Mi appare una moneta da cento lire.
Poi lei che chiede: Ti ricordi di quel nostro segreto?
 “Si, nonna”- rispondo “Quand’ero ragazzino e venivo a farti visita ogni settimana, mi regalavi cento lire.
-“Come allora, sei venuto di nuovo a farmi visita. Ma questa è una visita speciale; resteremo un po’ insieme anche se non potrai restare a lungo qui.
Ti spiegherò perché sei venuto a trovarmi e ti parlerò di cose che non conosci e che ti saranno utili per quando tornerai a riprendere il tuo percorso terreno che non è ancora compiuto e che cambierà profondamente. Guarirai per guarire.
Comprenderai che tutto ciò che ti è accaduto finora è servito per prepararti a realizzare ciò che farai.
Non distrarti per non crearti inutili disagi e pesantezze. Non dovrai e non potrai scrivere né riferire quello che ti dirò, perché lo ricorderai quando sarai pronto, al momento opportuno, né prima, né dopo.
 Mentre mi giungevano queste ‘informazioni’, avevo l’impressione di essere tutt’uno con questa coscienza rappresentante la nonna, di essere la stessa cosa, un’unica essenza spirituale.
Come fossi io stesso a parlare a me stesso. Alla fine di questa straordinaria esperienza, tutto si dissolse: chiarezza, profumo, sensazione di amore.
Sotto di me ‘vedevo’ chiaramente un ambiente ospedaliero, che più tardi comprenderò essere una sala di rianimazione.
E su un lettino, attaccato a dei rumorosi macchinari c’ero io. O meglio, il mio corpo, profondamente ferito, immobile, in apparente assenza di segni di vita. Sapevo che quel corpo era mio, o che mi era appartenuto, ma non provavo nessuna emozione nel vederlo. Lo guardavo con atteggiamento distaccato, disincantato.
Non mi chiedevo affatto come potessi essere qui e anche laggiù, su quel letto. Essere in due posti contemporaneamente, era come se fosse la cosa più naturale di questo mondo. Ma di una cosa ero certo: non avevo proprio nessuna voglia di rientrare in quel corpo inanimato, per farlo stare in piedi.
Di che cosa si occupa un Guaritore Spirituale?
La guarigione è sempre spirituale perché ciò che accade nel corpo fisico non è altro che il risultato finale di un processo iniziato nelle coscienza (c’è nella parte non fisica del nostro essere). Il corpo mostra l'effetto di una causa interiore. Diceva Platone: non si può guarire il corpo senza guarire l'anima.
 Ti capita di incontrare persone scettiche rispetto a questo tipo di esperienza? Come fai a convincerle?
Certamente. Io stesso ero scettico riguardo a questo tipo di esperienza che non attiene all'ordinario. Ma io non devo convincere nessuno su quanto ho sperimentato. Ognuno ha il diritto di credere a ciò che vuole.
 La società occidentale è invasa da squilibri emotivi come lo stress o la depressione. È possibile guarire da questi squilibri senza ricorrere ai farmaci? E se si, come?
Il farmaco, come il medico, cura, ma non può guarire. La guarigione è una cosa diversa. Si guarisce solo se si rimuove la vera causa che ha creato  la malattia, che non è nel corpo, ma nella coscienza. La malattia sia essa  fisica o psichica o mentale rivela che da qualche parte nella mia vita qualcosa non sta funzionando. C'è una tensione nella mia coscienza corrispondente a un preciso aspetto della mia vita che deve essere risolto. Se risolvo quell'aspetto, attivo la mia autoguarigione.
È vero che la sofferenza, se vista con il giusto punto di vista, può essere utile per la crescita interiore di un individuo?
Sì, se ne comprendiamo il vero motivo, ma non è facile perché non ci viene insegnato nella nostra cultura occidentale. Per fortuna possiamo evolverci anche in assenza di grandi dolori o sofferenze se riusciamo a comprendere il vero significato  dell'esistenza attivando un percorso di conoscenza interiore  che attiene alla nostra essenza spirituale. Noi non siamo il corpo che mostriamo e possediamo, ma siamo esseri spirituali in viaggio verso casa, momentaneamente in un corpo fisico.

Come mai ad un certo punto della tua vita hai deciso di andare in India? Che cosa ti ha lasciato quel tipo di esperienza?
Dopo il mio coma, aver incontrato maestri spirituali molto evoluti, mi hanno aperto alla conoscenza di me stesso e a guardare alla realtà con nuovi occhi.  A comprendere che nessuno di noi è qui per caso o per sbaglio, ma che tutti abbiamo una missione da compiere in questa vita con questo corpo. E che ognuno di noi fa esattamente le esperienze che deve fare per la sua evoluzione.


Credi nella reincarnazione?
In India si chiama 'Trasmigrazione delle Anime'. Io credo che esista una sola vita che è la vita eterna, all'interno della quale dobbiamo fare molte esperienze ed assumere molti ruoli per imparare. Quando abbiamo imparato, siamo arrivati a Casa, alla Fonte, all'Unità, alla Conoscenza. Che molti chiamano Paradiso. Tutti arriveremo lì, chi prima, chi dopo, ognuno con il suo treno, ognuno con i suoi tempi. Vita dopo vita.

 Hai delle letture da consigliare per chi volesse approfondire la propria interiorità?
No. Chi vuole approfondire la propria interiorità trova quando è il momento le letture che gli servono e che sono adatte per il suo livello spirituale. Non dovrà cercarle, perché saranno loro a raggiungerlo. Quando è il momento. Né prima, né dopo.
 Senza risultare invadente, qual è la tua giornata tipo?
Non esiste una giornata-tipo. Ogni giorno è nuovo e diverso, come per tutti. Lascio che sia la giornata ad occuparsi di me. Ogni giorno è presente ed esiste solo quello. E decido di fare quello che sento essere giusto per me, cercando di andare nella direzione in cui le cose hanno la tendenza ad accadere, senza aspettative, ma sperimentando quello che accade.
E per finire, una curiosità: nella tua vita precedente al coma suonavi la batteria in un gruppo. Che musica facevi? Quali sono i tuoi gruppi di riferimento?
Facevo parte di uno dei tantissimi gruppi che esistevano in quei formidabili anni sessanta. Naturalmente copiavamo le canzoni delle band più in auge allora (Beatles, Rockes. Nomadi e mille altre). I Beatles sono stati gli apripista di quel genere. Unici e irripetibili. Erano spiritualmente ispirati. Non a caso sono andati in India per evolversi musicalmente. La canzone simbolo è Image di John Lennon. (Immaginare un mondo nuovo...)


Occidente

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