mercoledì 23 aprile 2014

INTERCEPTOR: senza titolo

Oggi che è passato qualche giorno dal clamore dovuto all'arresto di Marcello Dell'Utri a Beirut si può dire qualche parola al riguardo. Questo articolo è senza titolo perchè questa vicenda rappresenta al suo massimo il cupio dissolvi della società contemporanea, italiana in specie, e quindi non serve denotarlo in qualche modo particolare.
Prima domanda: quanti titoli di telegiornale avete sentito oggi sulla vicenda? Quante prime pagine di importanti quotidiani italiani? Beh oddio, qualcuno obietterà che la vicenda è vecchia: già, di ben due settimane. Ma scusate, viviamo o no nel paese in cui per il mitico Rubygate l'ossessione per la vicenda è durata mesi, con tanto di questionari a mezzo stampa per gli allora premier, reiterati per settimane? Un abuso d'ufficio e un giro di mignotte valgono più di trent'anni di mafia? In Italia, sì. Sono stati casi mediatici più clamorosi la corruzione MPS, i loschi giri d'affari attorno alla protezione civile di Bertolaso, gli scandali sui rimborsi spese per le giunte regionali. Che, beninteso, sono scandali ANCHE in Italia, (inclusa la mignottocrazia che qualcuno vuole depenalizzare) e meritano lo spazio che hanno. 
La mafia no. Ancora ieri la cassazione confermava i rapporti di Dell'Utri con la cosca Piromalli ('ndrangheta); mentre il suo processo procede penosamente da quasi due decenni. Ma di sbilanciarsi a dare qualche dettaglio, l'inutile stampa italiana non ne vuol sapere. La sera della sentenza di primo grado, nel 2004, Porta a Porta parlava del delitto di Cogne. L'unica volta che il processo rischiò di divenire pubblico per davvero fu 
addirittura prima, quando Luttazzi e Travaglio ne parlarono a Satyricon nel 2001, venendo linciati immantinente dalla massa dei commentatori di tv e stampa per aver travalicato i limiti della satira (!). Pochi si accorsero che era cronaca (andatevi a rileggere i commenti, troverete nomi insospettabili) Seconda domanda: i termini di custodia in Libano decorrono a un mese dall'arresto preventivo, che sarebbe il 12 maggio. Di qui ad allora, riusciranno i nostri eroi in cassazione a partorire una sentenza, per assicurare alla giustizia il latitante, incidentalmente fondatore e massimo ispiratore di Forza Italia, partito che ha avuto qualcosina a che fare con il governo dell'Italia per venti (20!) anni? Non si sa. Vedremo a breve. Terza domanda: davvero tutto questo può stupire chi ha un minimo di dimestichezza con la cronaca politico-penale del paese? Difficilmente.
Solo poche settimane fa c'è stato il caso Genovese nel PD (nomen omen, per chi ha presente la cupola newyorkese ritratta ne "Il Padrino", che poi a parte i Corleone era una copia sputata del vero Gotha della mafia a New York negli anni '50 (!)) e poco prima il medesimo PD ha avuto il caso Crisafulli. A destra, i nomi Cosentino e Miccicchè sono abitudinari delle cronache politico-malavitose, ma ci staremmo dimenticando di un ex presidente del Senato indagato a lungo per mafia, scusate la volgarità: Renato Schifani. Poi all'europarlamento pare tornerà Mastella, testimone di nozze nel 2001 di francesco Campanella, oggi misconosciuto pentito, peccato che faceva parte della squadra che portò Provenzano a farsi operare a Marsiglia quando questi era il latitante più ricercato d'Italia.

Fottute coincidenze.

Questa rassegna potrebbe procedere a lungo, a lungo, e andare indietro nel tempo, citare Andreotti e Berlusconi e un sacco di cose che si sanno, da Portella della ginestra in poi, o anche indietro (esistono tanti bei libri, io consiglio sempre "Il ritorno del principe" di Lodato e Scarpinato, eccellente). Ma non lo farò. Mi risulta indigesto ormai capire come, oltre che vietate sulla stampa, queste vicende sono indigeste alla memoria delle persone. Con tutte le rivelazioni che ci sono state ce ne sarebbe a sufficienza per togliere la dignità a buona parte del parlamente, prima ancora che si inizi a parlare della solita casta, delle solite ruberie, della solita inefficienza legislativa, ecc ecc ecc ecc ecc ecc ecc.
Ma tutto sommato, mi pare di capire che provare a sviscerare la realtà dei fatti per molti cittadini sarebbe davvero davvero troppo fastidioso. Insomma, un pò come mettere del raziocinio, e non un sogno o un'illusione, col proprio voto nelle urne. No decisamente, sarebbe troppo poco da italiani.

Buona vita sudditi!
Toe Cutter










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