La pittura segue un
sentiero tutto suo, e sarebbe meglio lasciarla libera, indomabile. Il flusso
creativo, se lasciato scorrere, ribalta gli schemi e se la pittura, poi, si tocca con l’anima
genera una miscela interessante. È il caso di EdgaR/Paolo Monico, che ritorna
all’attivo con due mostre, o meglio, situazioni umane, in cui la sua pittura e
la sua interiorità si incontrano mettendo in luce emozioni, suggestioni,
frammenti di vita e riferimenti artistici imprescindibili. EdgaR offre spazio e
tempo alla sua creatività, rendendola dinamica e attiva, dandole il compito di
dilatare il più possibile l’orizzonte della coscienza. Infatti, come diceva lo
psicanalista e scrittore Aldo Carotenuto "La creatività è la risposta che
apre".
Ma ora la parola a
EdgaR.
La
pittura e l’abbigliamento. Cosa hanno in comune queste due situazioni? Come
la pittura, anche l'abbigliamento è una trasposizione di sé. Le vivo entrambi
come opera d'arte, vita.
Da dove hai tratto l’ispirazione
per le tue ultime creazioni?
Come può uno scoglio
arginare il mare? Filtro su tela, inonda la tela, tutto quello che mi
sconvolge, nel bene e nel male, senza schemi o diktat. Viscere, anima.
Fluxus, futuro. Che cosa ti ha spinto a
realizzarla? Dove si proietta la tua pittura?
Fluxus
era o è un movimento artistico americano che teorizzava "niente è arte, tutto
è arte". Un concetto che adoro. Fluxus
è anche movimento, genera vita, futuro...In più sono esposte opere nuove, che
non avevo ancora fatto vedere, per cui una specie di solco che segna il
"dove sto andando". La mostra è ancora in corso, la ritengo molto
significativa.
“Così
è se vi pare” una mostra, un evento artistico, una situazione umana. Quale
molla è scattata per dare vita a questo progetto e ad intitolarla in questo
modo?
Mostra, situazione
umana, hai colto nel segno. Il titolo nasce da un'opera realizzata
appositamente per la mostra. Mi era ricapitata tra le mani una bozza di tre
anni fa, l'ho trasportata su tela e non avevo chiaro cosa volessi dire
veramente...ma mi piaceva una cifra...per cui ho pensato: "se vi piace è
così, se no....." il passo successivo è stato pensare al titolo del libro
di Pirandello (faceva più figo e acculturato...). Poi sembrava un titolo
potente anche per la mostra, del tipo: "Io sono così, prendere o
lasciare" C'era tutto di me, ho esposto Van Gogh, Lou Reed, L'ultima cena, Un altro Buddista, la
sala prove dei Sex Pistols, il Duomo di Firenze, Never let me down dei Depeche Mode. Il visitatore poteva interagire
con tutto questo, tra sacro e profano. Ma per me è tutto Sacro...
Quali
influenze musicali e letterarie continuano a contaminare la tua pittura?
Spazio sempre. E’ tutto
variabile, a 360 gradi. Mi sono innamorato di un pezzo di Nick Cave (Push the sky away) poi cose ipnotiche come
Tricky e Edda non manca mai, ovviamente. A libri sto latitando un po', ma è un
periodo. So solo che non posso prescindere da musica e lettura.
Ti
vedremo ancora suonare con Edda in una situazione come quella del Cox18?
È stata una bellissima
esperienza, sarebbe fantastico! Dovesse ricapitare, lo rifarei al volo.
Chi
è Edda per te?
Quando facevo il liceo,
era come una figura
"mitologica": amavo quello che scriveva e il modo in cui lo
cantava. Lo sentivo, lo sento tutt'ora molto mio...Dopo averlo conosciuto, averci
avuto a che fare, posso "solo" dire che è una persona di una
sensibilità incredibile, un vero amico, a cui voglio un bene dell'anima.
Stefano
Sacchetti