giovedì 28 novembre 2013

L'OMBRA LUNGA DEL CAVALIERE


Correva il lontano 1993 e un noto imprenditore decise di scendere in politica. Ora, 20 anni dopo, il Senato lo destituisce dopo un'agonia durata mesi, in seguito alla sentenza definitiva di condanna nel processo Mediaset. In un altro paese, il condannato si sarebbe dimesso immediatamente dopo la sentenza di III grado. In un'altra repubblica, Silvio non avrebbe mai ottenuto l'impero che ha costruito e soprattutto fatto carriera politica per due decenni. Ma questa è un'altra storia...


Fine?

Oltre un anno fa, avevo scritto uno speciale su Silvio Berlusconi (qui: http://goo.gl/uxtC5x), sulla sua storia, ma soprattutto sulla sua colpa suprema: l'aver cavalcato e ricodificato in salsa italiana quell'ondata culturale che ha investito buona parte dell'Occidente, a partire dagli anni 80. Quella spinta culturale/sociale ovviamente si è evoluta in più direzioni, molto spesso inquietanti, mentre l'illusione di benessere che permeava il Belpaese fino all'inizio del XXI sec. si sta esaurendo in questi anni di crisi e declino.
Un declino che ha investito anche Silvio Berlusconi a partire dal 2011, quando il suo governo cadde, facendo posto ai tecnocrati come Monti. Su di lui hanno agito diverse forze, oltre che un'ostilità sempre più diffusa da parte di un certo establishment, soprattutto europeo, che non sopportava più la sua presenza sullo scenario internazionale *. Ma nonostante l'avanzare del tempo, il logorio della politica e la sentenza di condanna, il leader incontrastato del centro-desta è ancora lui, sebbene avviato in una fase discendente irrecuperabile.
Ieri molte personalità (specialmente certi politici di sinistra e certi storici avversari di destra) esultavano per la fine dell'epopea politica del cavaliere di Arcore, pregustando già la sua uscita di scena e l'apertura di nuovi vasti prati nello scenario politico. Altri invece, come Matteo Renzi o diversi giornalisti, ammonivano sullo "stare attenti", mentre denunciavano il pericolo di un colpo di coda, di un canto finale del cigno. E fanno bene, conoscendo un minimo la storia di Berlusconi e i suoi continui "ritorni" nonostante tutto e tutti. Anche perchè a differenza di Craxi o altri, Silvio ha molte più armi e risorse:

A) Sebbene sia stato espulso dal Senato, Berlusconi continua a conservare gran parte del suo potere politico ed economico. E' padrone di un partito, Forza Italia, che ha ancora considerevoli numeri all'interno del parlamento e in tutto il paese. Dispone di un impero mediatico, ancora intatto, con 11 canali televisivi, la proprietà della Mondadori (la quale a sua volta controlla una quantità enorme di periodici, fra Chi, Focus, Donna Moderna e Panorama) ed infine il controllo del Giornale, attraverso il fratello Paolo. Ha una squadra di calcio plurititolata, AC Milan, dove ha sempre esercitato il suo influsso, anche per la sua immagine mediatica. Infine controlla anche una banca, "Mediolanum", e detiene quote di Mediobanca, uno dei rinomati "salotti buoni" della finanza italiana. E questo è solo l'impero sotto il suo controllo diretto. Poi vi sono tutti i satelliti, controllati da amici imprenditori o politici, che lo hanno sempre aiutato (per esempio, il quotidiano Libero è di proprietà degli Angelucci, molto vicini a Berlusconi.)

B) Nonostante abbia 78 anni, continua a conservare un'energia e una vitalità notevole, cosa che gli consente di tenere testa a svariati avversari, oltre che pensare a numerose soluzioni o inganni. Inoltre non è abituato a sconfitte cocenti, alle quali reagisce con furia e vendetta, alimentato dal suo Io ipertrofico e dalla sua immagine di personaggio "invincibile". 

C) Dispone di un culto della personalità molto forte, come hanno dimostrato le recenti elezioni del Febbraio 2013. Quando il suo partito sembrava spacciato, con la sua notevole presenza mediatica e carisma è riuscito a conseguire un risultato al di sopra di qualsiasi aspettativa. C'è una fetta di elettorato che lo voterà nonostante tutto, vuoi per carisma, vuoi per simpatia o per semplice convenienza.

D) Silvio è allo stesso tempo tutto e niente. Non è legato a nessuna particolare dottrina, ideologia o corrente di pensiero. A seconda del momento, si adatta e usa a suo vantaggio ciò che ritiene più utile. Negli anni 80 era socialista, quando il P.S.I era al potere. Nel 1994 si proclamava liberale e anti-statalista. E' stato via via, neocon, teocon, statalista, moderato, liberista, neo-liberista, vicino alla tradizione democristiana, europeista, anti-europeista e via dicendo. Le vecchie tradizioni storiche per lui non pesano nulla. Per dirlo con le parole di Massimo Fini: << E' questa totale mancanza di passato che dà a Berlusconi le mani libere e un grande vantaggio sui suoi avversari politici, laici e cattolici che, per quanto annacquati, devono tenere conto in qualche misura di una storia, di una tradizione, di un retaggio. >>**




Il Futuro

Berlusconi non uscirà facilmente dalla scenario politico. Per quanto sia fuori dal parlamento, ha tutte le armi per condizionare ancora pesantemente gli schemi del potere italiano (non è necessario avere un seggio per influenzare una società, come hanno dimostrato Grillo o semplicemente secoli e secoli di storia del Potere).
Sicuramente userà a proprio vantaggio il fatto di essere all'opposizione, dando il via ad una campagna elettorale permanente e massiccia, aiutato dal suo impero mediatico. Tenterà di logorare la bad company di Alfano e soci, ma allo stesso tempo li blandirà in caso di elezioni anticipate. Ma il suo vero alleato naturale in questo caso, paradossalmente, è proprio Matteo Renzi. Il giovane astro nascente condivide con Silvio la sotterranea ostilità verso il governo di larghe intese, anche solo per una mera questione di carriera personale. Renzi di certo non ha voglia di farsi logorare, per tutto il 2014, da un governo detestato da gran parte degli elettori, oltre che dalle trame dei vari potentati PD legati a Letta e alla vecchia guardia.
Questo però è solo l'orizzonte di breve termine sia per la società italiana, che per Berlusconi. Da una parte, anche con la futura scomparsa del leader forzista, dovremo fare i conti con la pesante eredità politica e culturale (la cui forza è ancora intatta, se non ancora più marcata) specialmente in questi anni di mediocrità e vuoto.
Dall'altra parte Berlusconi dovrà vedersela con gli altri processi in arrivo e una guerra senza quartiere, sia in Italia che in Europa contro di lui. Ma soprattutto dovrà fare i conti contro un avversario che non può battere: il Tempo. 

Tempus Fugit, caro Silvio...



Green


* E' risaputa l'ostilità di Angela Merkel e vari tecnocrati nordici nei confronti del leader del centro-destra. Inoltre stando a quello che dice Bini Smaghi, economista italiano (ma le sue parole potrebbero essere dettate da ostilità e risentimento di fondo) e Hans-Werner Sinn, presidente dell'omologo Istat tedesco, Silvio avrebbe commesso l'imperdonabile errore di mettere in discussione l'Euro e a quanto pare non gliel'hanno perdonata.

** Cit. Massimo Fini, pg.456, Senz'Anima



















Nessun commento:

Posta un commento