Sul fatto che abbia l’indole dello sperimentatore non c’è
dubbio alcuno.
Ne hanno scritte di definizioni su di lui, gli hanno
attribuito le più svariate etichette che lui ha prontamente, e con garbo,
ridimensionato, perché il suo intento non è quello di accrescere il proprio ego
attraverso la “vana gloria” degli elogi.
Franco Battiato ha come unica missione quella di evolversi e
stupirsi di continuo, stupendo anche chi lo segue di volta in volta. L’animo
con cui si predispone è quello di un antropologo che ha scelto l’arte come
strumento di analisi e scuote le sensazioni dell’ascoltatore lasciandolo
sorpreso ad ogni uscita con un tipo di sorpresa diverso in base all’esperienza
di vita di ciascuno.
La sorpresa è basata sul tipo di suono, su frasi che spesso
diventano tatuaggi, aforismi o promemoria che vengono scritti sulle pagine
dell’agenda della propria coscienza.
L’esperienza artistica di Battiato si è assunta il compito di
sondare e descrivere le relazioni umane in ogni loro aspetto, dalle intime
nevrosi alle scalate verso la trascendenza.
Nella biografia dell’artista catanese il pop diventa musica
elettronica, il cinema opera lirica, i concerti meditazione e vice versa,
rigenerando di continuo la scintilla esplosiva del circuito della creatività.
Occidente
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